Per Comuni e Province sospesi i rimborsi dei mutui bancari 2020 per liberare risorse

Intesa fra Abi, Anci e Upi sulle rate di quota capitale: anche la Provincia di Cuneo tra i 1.800 enti interessati

Immagine di repertorio

Cuneo – Con l’accordo firmato ieri 7 aprile 2020 da Abi, Anci e Unione delle Province (Upi) si completa il panorama delle sospensioni dei mutui degli enti locali, con l’obiettivo di liberare dal servizio al debito risorse di spesa corrente indispensabili per affrontare le ricadute territoriali del blocco economico e della crisi sanitaria. Dopo la Cassa depositi e prestiti, con questa nuova intesa, anche le banche sospenderanno i pagamenti delle quote capitali dei loro contratti di finanziamento con Comuni, Città metropolitane e Province. Per la Provincia di Cuneo si tratta di poter chiedere alle banche che aderiranno all’accordo la sospensione per un anno della quota capitale delle rate dei finanziamenti che scadono nel corso del 2020 per una somma totale che potrà arrivare a 4,6 milioni di euro.

Se aderiranno tutte le banche si parla di mutui per 7,5 miliardi di euro con 1.800 enti interessati. Lo stop annuale delle quote capitale previsto dall’intesa potrà liberare fino a 500 milioni di euro (400 nei Comuni, gli altri 100 divisi fra Città metropolitane e Province).  Il pacchetto di finanziamenti delle amministrazioni è, infatti, articolato in tre grandi capitoli: i vecchi mutui Mef, nati prima del 2003 e poi girati a Cassa depositi e prestiti, sono stati fermati dal decreto Marzo, liberando 600 milioni divisi a metà fra Regioni ed enti locali. La settimana scorsa è stata la volta di Cassa depositi e prestiti, titolare della fetta più consistente di mutui locali: 135 mila contratti per un valore complessivo di 34 miliardi, il cui blocco permette di dirottare sull’emergenza 1,4 miliardi (1,1 negli enti locali, il resto nelle Regioni). Ora l’accordo con le banche che fa puntare quindi a 2,5 miliardi la spesa liberabile per gli aiuti alle famiglie in difficoltà e il sostegno ai servizi sociali indispensabili sul territorio. Come per Cassa depositi, anche con le banche la sospensione (della durata di un anno) sfocerà in una revisione del piano di ammortamento che allunga la durata del contratto per fare spazio negli anni futuri ai pagamenti che saltano ora. Il tutto senza sforare la durata massima di 30 anni. Le richieste andranno presentate dagli enti locali entro il 15 maggio.

Lo stop ai mutui serve a liberare risorse e ad alleggerire i problemi degli enti locali alle prese, come nel caso delle Province, con una drastica caduta di entrate importanti come l’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) legata al mercato dell’auto ormai fermo. Il decreto Aprile dovrebbe poi mettere in moto l’aiuto più consistente agli enti locali, con un fondo una tantum (le ipotesi parlano di una somma fino a 5 miliardi fra Regioni ed enti locali) per l’emergenza e un ampliamento ulteriore delle anticipazioni di cassa anche per compensare il mancato gettito da sospensioni fiscali.

Carla Vallauri – Uff. Stampa Provincia di Cuneo

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