Linguaggio di “genere”: appello dell’assessora provinciale alle Pari Opportunità, Anna Mantini
Lettera agli operatori della comunicazione
Cuneo Con una lettera aperta a giornalisti, giornaliste, capi redattori, direttori e direttrici di testata, comunicatori e comunicatrici l’assessora provinciale alle Pari Opportunità, Anna Mantini, havoluto sottolineare come oggi il linguaggio abbia una notevole influenza sulla mentalità, sul comportamento e sulle percezioni di chi ascolta o legge.
“Utilizzare un linguaggio rispettoso delle differenze tra donne e uomini – scrive Mantini – va ben oltre il concetto di “politicamente corretto” e rientra nei compiti di buon governo della Pubblica Amministrazione e di coloro che si occupano di informazione. La comunicazione pubblica realizzata dalle Istituzioni ha un più completo significato se contribuisce al cambiamento delle Amministrazioni, dei dipendenti, dei comportamenti e delle abitudini della cittadinanza. Attraverso l’utilizzo del linguaggio si possono indurre cambiamenti oppure, per contro, reiterare la tradizione, talvolta inconscia, di disparità tra donne e uomini nella società”.
“Quando si inducono dei cambiamenti – continua l’assessora provinciale -, la comunicazione produce una conoscenza capace di favorire una cultura ed un agire diversi, anche in termini di parità di genere. La comunicazione pubblica è, pertanto, in grado di produrre risultati, ma solo se amministratori, dirigenti, funzionari e comunicatori saranno capaci di mantenerla in sintonia con i processi di cambiamento sociale tra i quali l’eguaglianza sostanziale tra i sessi emerge come uno dei fondamentali processi ancora in itinere. Tale tematica è frutto di un progressivo focus sulla parità sostanziale tra donne e uomini che ha assunto nuova e moderna enfasi a seguito della IV Conferenza mondiale sulle Donne tenutasi sotto l’egida dell’Onu a Pechino nel 1995 e di cui sono espressione numerosi Programmi di Azione Comunitaria nonché molteplici provvedimenti legislativi nazionali che mirano a porre attenzione all’uguaglianza di genere in ogni politica ed azione e nel contempo a rafforzare la posizione economico-sociale della donna per ridurre l’attuale divario che vede le donne, mediamente quanto oggettivamente, in posizione meno forte rispetto agli uomini”.
“Nonostante siano passati quasi 20 anni – ribadisce Mantini – in Italia il dibattito su un uso non sessista della lingua è ancora agli esordi, e nella lingua correntemente usata dai media, e in particolare dalla stampa, nonché nel parlato e nello scritto comuni, si utilizzano a tutt’oggi pochissimi neologismi e si tende ad usare il maschile con funzione neutra. Anche in altri Paesi dell’Unione Europea, è stato ritenuto necessario rimarcare l’importanza di un linguaggio non discriminatorio attraverso l’emanazione di un regolamento comunitario che dia indicazioni in merito a come formulare i documenti ufficiali; indicazioni che hanno lo scopo di promuovere l’uso di un linguaggio più ampio e flessibile, in modo che esso sia in grado di registrare anche la presenza femminile nei vari aspetti della vita quotidiana”.
“E’ proprio su una di queste indicazioni in particolare – conclude l’assessora provinciale Mantini – che vorrei richiamare l’attenzione di giornalisti, giornaliste. capi redattori, direttori e direttrici di testata, comunicatori e comunicatrici: “Abolire l’articolo ‘la’ seguito dal cognome per le donne con incarichi pubblici e politici ed evitare segnalazioni asimmetriche di donne e uomini Es. Cota e la Gancia, anziché Cota e Gancia” Purtroppo mi capita spesso di rilevare l’uso inveterato di anteporre l’articolo ai cognomi femminili nei corsivi dei quotidiani e nei periodici locali, uso che secondo alcuni risulta offensivo, odora di sessismo e, nella migliore delle ipotesi, suona come discriminatorio. Per questo motivo ho deciso di rivolgervi questo appello e di invitarvi a porre maggiore attenzione al linguaggio di “genere” nella stesura dei vostri articoli, rendendomi disponibile per qualsiasi ulteriore chiarimento e indicazione in merito”.