Ricognizione delle partecipazioni societarie provinciali
Rossetto: “L’eventuale uscita della Provincia dalla compagine azionaria non pregiudica continuità aziendale ed assetti occupazionali”
Cuneo Nella seduta del Consiglio provinciale di lunedì 22 novembre si è parlato di ricognizione delle partecipazioni societarie in capo all’ente. L’argomento, analizzato dalla competente commissione consiliare, è tornato all’ordine del giorno dell’assemblea che ha riconosciuto il carattere strategico di Geac, Acquedotto Langhe e Alpi cuneesi, Azienda turistica locale del cuneese ed Ente turismo Alba, Bra, Langhe e Roero. Parimenti sono state deliberate non strategiche le partecipazioni in Miac, Creso, Agenzia di Pollenzo ed Autostrada Albenga, Garessio, Ceva. L’assemblea si è espressa con 19 voti a favore e 11 contrari. L’illustrazione del provvedimento è stata affidata al vice presidente provinciale, Giuseppe Rossetto: “La razionalizzazione delle partecipazioni societarie – ha spiegato – risale al 2008: sono una decina le società che hanno visto lo scioglimento o la dismissione da parte della Provincia. Partiamo dall’assunto della legge 244 del 2007 (finanziaria 2008), che prevede, quale termine finale per la ricognizione, il 31 dicembre 2010. Noi abbiamo alcune società sulle quali non è stato espresso giudizio di strategicità, quella di oggi è però una valutazione strettamente giuridica. Le dismissioni saranno eventuali e successive a questo momento: in ogni caso riteniamo si tratti di realtà importanti per il territorio, la Provincia potrà esercitare il proprio ruolo di stimolo, con strumenti differenti. Per questo nella delibera sono stati introdotti aggravi procedurali, a partire dal riconoscimento dell’importanza delle collaborazioni avviate, che potranno trovare continuità con nuove forme di partenariato nell’interesse specifico del tessuto produttivo territoriale”. Non solo. “L’eventuale uscita della Provincia – recita il provvedimento approvato dall’assemblea – dalla compagine azionaria delle società, non pregiudica la continuità aziendale né la salvaguardia dei livelli occupazionali di queste ultime, essendo l’ente semplice socio di minoranza e non azionista di riferimento”. Un’ulteriore impegno riguarda poi la prevista condivisione, per quanto possibile, con gli altri soci, ed in particolare con quelli di maggioranza come la Regione, del percorso di dismissione. Alla discussione che ha preceduto la votazione sono intervenuti, nell’ordine i seguenti consiglieri: Giovanni Negro (Udc) autore di un appello a Giunta e Consiglio per lo stralcio di Miac e Creso dalla delibera ed Alberto Anello (Lega Nord) che ha spiegato come “la Provincia resti legata a doppio filo con il Creso, con la proprietà di 20 giornate di terreni irrigui”. Patrizia Manassero (Pd-Impegno civico) ha invitato i presenti a una riflessione su quella che ha definito “una curiosa voglia di essere protagonisti e poi demandare ad altri il governo del nostro territorio”, mentre Marco Perosino (Pdl) ha parlato di una delibera d’intenti, “il meccanismo di dismissione richiederà tempi lunghi e lascerà spazio ancora alla discussione, servono decisioni dettate da legge e logica”. Il dibattito ha poi visto la partecipazione di Pierino Sassone (Pdl) che ha parlato del raggiungimento di un giusto compromesso, Francesco Rocca (Pd-Impegno civico) e Roberto Nizza (Lista Costa). Critico Mino Taricco (Pd-Impegno civico): “Credo che la scelta che si sta facendo per Creso e Miac rappresenti un errore che non porterà benefici ad un settore quale quello agricolo strategico nella nostra provincia. C’erano presupposti per una soluzione diversa”. Infine Angelo Rosso (Udc): “Non ce la sentiamo di approvare questo divorzio da due importanti istituzioni che rappresentano l’agricoltura provinciale”.