“Immagini dell’abbandono” di Ugo Giletta in mostra
L’assessore Viscusi: “Esposizione che sfida i luoghi comuni del vedere in favore del conoscere, allestita nei padiglioni dell’ex ospedale di Racconigi”
Cuneo “La Provincia di Cuneo ha voluto fortemente, come attività di spicco per il 2011 nell’ambito del progetto Memoria e Territorio, quale valorizzazione del patrimonio artistico e del territorio, sostenere la personale dell’artista Ugo Giletta, coordinando altresì il tavolo organizzativo con il Comune di Racconigi e l’Asl Cn1 proprietaria degli immobili. Il risultato è una mostra di livello europeo, che sfida i luoghi comuni del vedere in favore delle argomentazioni del conoscere e che sicuramente farà parlare di sé, a partire dall’allestimento, nei padiglioni ormai storici dell’Ex Ospedale neuropsichiatrico di Racconigi”.
Così l’assessore provinciale, Licia Viscusi, nel presentare l’esposizione intitolata “Immagini dell’abbandono”, inaugurata oggi (20 maggio ndr). Il dialogo fra l’abbandono che attraversa gli spazi dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico di Racconigi e le opere di Ugo Giletta è filo conduttore della rassegna.
I luoghi, densi di significato, e le opere sono difficilmente districabili. In un’epoca in cui la “fragilità” si rivela fondamentale all’esperienza umana, l’uomo torna quindi ad essere elemento centrale di una poetica espressiva ed etica. La sua immagine rappresenta una metafora dell’assenza di difese, di un’irrevocabile sentirsi inermi, che implica però, paradossalmente, anche una sfida nel volersi rapportare con questo stato. “Immagini dell’abbandono” è curata dall’attuale direttore del Museo di Arte Moderna di Saint-Étienne Lòrànd Hegyi che figura tra i maggiori storici dell’arte in Europa, e, insieme al professor Giovanni Tesio, firma anche l’introduzione al volume sulla mostra; la loro critica evidenzia come “Ugo Giletta domicili il suo segno nel dominio dell’inesprimibile. A prevalere in lui è il manque, la sottrazione. I suoi volti vengono dalla remota landa della spoliazione, una inaugurazione mentale che è immagine, ma non ancora (o non del tutto) figura, indizio che resta avvolto nel segreto. Volti senza corpo esplicito. Presenti-assenti enigmatici e perturbanti che stanno lì sulla soglia in cui si gioca il transito dall’essere all’esistere. Affiorano e sembrano galleggiare. Occhi senza bulbo, polipi, farfalle, aloni, macchie, non capelli, non orecchie, bocche senza labbra, maschere ridotte all’essenziale, ovali in cui restano appena segnati i remoti percorsi di un’alterità annunziante. Tracce, orme, ombre in cui passa una vibrazione cosmica. Compagni di una solitudine necessaria”.
Nei grandi spazi dei padiglioni o nelle piccole stanzette le istallazioni video restituiscono la capacità di sedimentare l’esperienza dell’arte. Il catalogo della mostra, curato dalla casa editrice Hapax, riesce nel difficile compito del racconto attraverso le fotografie: dedica infatti particolare cura nel trasmettere la dimensione sociale, cioè l’esperienza fisica del guardare e vedere l’arte realizzata; in quegli spazi, in quel luogo, in quel tempo. La suggestione iniziale di questa mostra nasce dal lavoro che l’editore ha compiuto per oltre due anni con la Soprintendenza archivista del Piemonte sull’archivio dell’Ospedale neuropsichiatrico, memoria in questo caso restituita dall’abbandono, culminata nel riordino e nella pubblicazione collegata. La mostra sarà aperta tutti i giorni sino al 5 giugno, con i seguenti orari: tutti i giorni dalle 15 alle 19. Sabato e domenica dalle 10 alle 19. Per informazioni: Provincia di Cuneo – Assessorato alla Cultura, tel. 0171.445337.