Progetto Piter Pays-sages: un’occasione per “prosperare nel disordine”
Come cambierà la gestione dei progetti transfrontalieri come Pays-sages che punta sul pasesaggio di realtà territoriali diverse
Cuneo – Nel 2013 un celebre professore di matematica finanziaria, N. Taleb, esperto di management del rischio, dava alle stampe un libro dal titolo: Antifragile. Prosperare nel disordine. Il libro era destinato a cambiare la storia e la prospettiva della gestione degli imprevisti e a introdurre un costrutto psicologico del tutto nuovo: quello della antifragilità, che è, per dirlo con una metafora, la capacità di progettare mulini quando fuori infuria il vento, invece che restare chiusi dietro le finestre.
La situazione di emergenza che ci troviamo a vivere è di certo avversa e caotica: sta ridefinendo abitudini di vita quotidiana, regole sociali e confini spazio-temporali, generando uno stato di ansia e incertezza del tutto inattesi. Siamo stati costretti a impostare, quasi da un giorno all’altro, anomali modelli di organizzazione personale, relazionale e lavorativa, che da un lato confinano gli individui in una condizione di attesa e dall’altro accelerano il mutamento, nella direzione di nuove pratiche sociali e culturali. Questo vale anche per i rapporti all’interno e con le istituzioni. Molti enti pubblici si sono trovati di colpo a vedere interrotte non solo le normali funzioni amministrative, ma anche le attività di progettazione. Progettare per un’istituzione pubblica è un modo per guardare avanti e per mettere in campo strategie e dinamiche di sviluppo innovative: questo vale soprattutto per i progetti europei, che hanno, in più, la valenza transfrontaliera e la capacità di mettere in rete realtà territoriali con caratteristiche, bisogni e potenzialità comuni. Non è possibile al momento sapere come cambierà la gestione dei progetti sul territorio, con quali metodi e con quali limiti ci troveremo a dover lavorare. Se in precedenza la progettazione si faceva forza sulle idee e sulle azioni messe in atto grazie al movimento sui territori di riferimento, grazie all’incontro tra i partner provenienti da diverse nazioni, grazie al coinvolgimento diretto di cittadini, abitanti e imprese, ora dobbiamo accettare che tale modalità di agire non è più attuabile e non sappiamo quando e se tornerà ad essere una condizione plausibile.
È questo anche il caso del progetto transfrontaliero Piter Pays-Sages, che, attraverso il filo conduttore del paesaggio, si pone l’intento di innestare dinamiche di sviluppo equilibrate e sostenibili all’interno delle aree rurali, montane e costiere che vanno dalla riviera francese e ligure, fino ai rilievi delle Alpi Marittime, alle montagne dell’Alta Valle Tanaro e alle colline dell’Alta Langa. Tuttavia, siamo certi che proprio in questa situazione, in cui non è possibile controllare il futuro né prevederne i risvolti, un progetto che riguarda la valorizzazione del Paesaggio possa aprire nuovi orizzonti, diventando una straordinaria occasione per lasciare che sia proprio l’incertezza a suggerire le nuove strategie, creative e visionarie, per trasformare la crisi in opportunità.
Creando un ponte tra l’antifragilità di Taleb e il paesaggio, possiamo ben intuire come il paesaggio naturale sia antifragile per definizione. Esso infatti è germinativo: si modifica in maniera imprevedibile ma sempre traendo vantaggio dalle condizioni avverse, usa le risorse per rinascere e ristabilisce un nuovo ordine in conseguenza di eventi che hanno generato caos. Siamo consapevoli di questo “vantaggio creativo” insito in un progetto che ha come tema cardine il paesaggio e quindi non ci fermiamo. Ci mettiamo in cammino anche se a distanza e senza poterci fisicamente muovere, avendo ben chiaro che sono propri questi il tempo della semina e la fase germinativa.
Il progetto Piter Pays-sage è, mai come ora, una grande occasione: per comprendere una volta di più la necessità di prendersi cura del paesaggio; per sentire con forza il bisogno che tutti noi abbiamo di abitare e vivere in armonia con il nostro ambiente naturale; per ritornare a investire, ma in ottica eco-sostenibile, sulle potenzialità di ciò che già esiste sui nostri territori: dagli agrumeti agli uliveti, dai boschi di castagno alle vigne e ai noccioleti, dai sentieri alle aree protette, dai profumi dei fiori all’olio e al vino. È questa, insomma, la grande occasione per diventare davvero, a cominciare dalla nostra realtà più vicina, un Pays-sage, un Paese Saggio in grado di prosperare nella difficoltà.