Progetto di percorso ciclabile “Via del mare” da Cherasco a Ceva
Intervento da 35 milioni di euro per una pista ricavata lungo la linea ferroviaria dismessa
Cuneo – Quaranta chilometri di percorso ciclabile da Cherasco a Ceva ed altri nove chilometri come tratta di collegamento da Bastia Mondovì a Mondovì. E’ la parte integrante di un progetto più ampio da 35 milioni di euro che interesserà tutto il percorso Alba-Ceva-Ormea all’interno dell’itinerario ciclabile denominato “Via del mare”. Il progetto “Via del mare” è una linea che unisce la Svizzera al Ponente ligure, collegandosi con la pista ricavata sulla ferrovia dismessa della Riviera di Ponente che, per la sua collocazione, assume una valenza anche internazionale.
Se n’è parlato mercoledì 21 dicembre a Dogliani, nella sede della società Calso presieduta da Marco Botto. Il progetto è stato presentato dal consigliere provinciale delegato Rocco Pulitanò che, con Botto, ha ricordato l’impegno della Provincia per la valorizzazione del tracciato ferroviario dismesso da più di vent’anni e l’importanza del protocollo d’intesa siglato nel luglio 2015 fra la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo e i 40 Comuni interessati dal percorso per sviluppare uno studio di fattibilità.
La Provincia è ente capofila dell’intervento “Percorso ciclabile Via del mare, tratto Cherasco-Ceva” di cui ha ottenuto il finanziamento partecipando al bando regionale. Lo studio di fattibilità è stato redatto, su incarico della Provincia, dal gruppo di lavoro interdisciplinare composto da Tautemi Associati di Cuneo in associazione temporanea con i tecnici Roberto Garino, Mariangela Borio, Luca Ronco e Alberto Brondello. Sono stati loro ad illustrare lo studio in merito allo sviluppo del percorso, fattibilità tecnica ed amministrativa, valutazione costi-benefici e tempi di realizzazione dell’opera. L’intero percorso segue fedelmente il tracciato ferroviario, ad eccezione di alcuni tratti in cui, a causa delle interruzioni causate dall’alluvione del 1994 o delle sovrapposizioni di strutture stradali, non è possibile recuperare il sedime. In tali casi è sono state studiate alternative su strade interpoderali o a basso traffico in modo da mantenere il più possibile il contatto con il tracciato ferroviario e con il corso del fiume Tanaro che, insieme, costituiscono il filo conduttore dell’intero percorso.
I Comuni direttamente interessati dall’itinerario ciclabile sono 14, ma quelli che vi gravitano intorno sono molti di più e riguardano l’intero territorio affacciato sul corso del Tanaro, da Ceva a Cherasco, oltre alla diramazione da Bastia Mondovì a Mondovì. La realizzazione dell’opera dovrà essere preceduta dalle procedure urbanistiche ed autorizzative, quindi dall’acquisizione del sedime e dalle fasi progettuali propedeutiche all’appalto dei lavori. Una regia unitaria e il coordinamento tra gli enti servirà a limitare al massimo la fase procedurale e amministrativa, mentre i tempi di realizzazione dei lavori sono legati alla disponibilità delle risorse finanziarie e potranno essere suddivisi in più lotti contemporanei. Il lavoro dovrà invece essere organizzato in lotti successivi con conseguente allungamento dei tempi di realizzazione.
Lo studio, che ha valutato anche il rapporto costi-benefici, conferma la validità dell’intervento come opportunità di sviluppo economico e occupazionale a favore dell’imprenditoria turistica e di valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed ambientale dei territori attraversati. Nel costo globale di 35 milioni di euro sono comprese tutte le opere necessarie per il ripristino e la messa in sicurezza dell’intero tracciato, inclusi ponti, gallerie e manufatti presenti sulla linea che costituiscono la peculiarità ed il valore storico e paesaggistico dell’intera ciclovia, oltre ai costi di acquisizione del sedime, gli espropri dei tracciati alternativi e tutte le voci di spesa che compongono un progetto pubblico.