Unicalce di Bernezzo: via libera all’uso del pet-coke, ma con prescrizioni
La Conferenza dei servizi si è riunita in Provincia mercoledì 20 gennaio
Cuneo Il progetto di conversione di uno dei due forni a metano dell’Unicalce di Bernezzo in un impianto che utilizza pet-coke (residuo carbonioso delle lavorazioni del petrolio) ha ottenuto il via libera dalla Conferenza dei servizi che si è riunita in Provincia mercoledì 20 gennaio per l’esame delle integrazioni presentate dall’azienda su richiesta dei tecnici dell’Ufficio Ambiente della Provincia e dell’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale). Ma lo stabilimento dovrà adottare una serie di prescrizioni e obblighi precisi che riguardano il sistema di controllo e monitoraggio in continuo dei fumi emessi dai due forni, oltre ad analisi periodiche sul pet-coke utilizzato, sui filtri e le polveri.
L’organo tecnico, presieduto dal dirigente provinciale Luciano Fantino, ha raccolto sia il parere favorevole della Provincia che ha approfondito gli aspetti procedurali e normativi della vicenda esprimendo anche valutazioni tecniche specialistiche, sia quello dell’Arpa che ha espresso valutazioni specifiche sulle ricadute dei fumi sul terreno e che si occuperà della gestione dei controlli tecnici previsti periodicamente. Preso in esame anche il parere dell’Asl Cn1, assente alla riunione, ma che ha ribadito in una nota del servizio Igiene e sanità pubblica, il via libera al progetto. L’unico parere contrario è stato quello espresso dal sindaco di Bernezzo Laura Vietto che, anche a nome degli altri centri dell’Unione montana Valle Grana, della Coldiretti e di due Comitati spontanei, ha ribadito i dubbi e le preoccupazioni per la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente circostante allo stabilimento. Alla Conferenza erano presenti il direttore dell’Unicalce di Bernezzo, Vittorio Ubezio con i suoi tecnici e i rappresentanti di Confindustria, a sostegno di un impianto che, secondo gli esperti, ricalcherà il modello già presente a Lecco e in altri impianti lombardi del gruppo dove non sono riscontrati rischi per la salute. L’azienda ha confermato che abbandonerà il progetto di attivazione di un terzo forno, per il quale era comunque già autorizzata.
Lo stabilimento di Bernezzo, che impiega 41 addetti, ha risentito della grave crisi del settore dell’edilizia e ha ridotto notevolmente la produzione di calce negli ultimi anni. Per continuare ad essere competitivi sul mercato l’azienda ha valutato diverse azioni, compressa la riduzione dei costi del combustibile. Ora si avvia il procedimento istruttorio, sui tempi di realizzazione del nuovo impianto sono previsti almeno 18 mesi.
Alcune immagini della Conferenza dei servizi