Continua la mobilitazione della Provincia contro i tagli a servizi e personale
Nuova assemblea dei dipendenti, presente tra loro il presidente Borgna e presidio davanti alla Prefettura dove è stata consegnata una nuova lettera di protesta
Cuneo Dopo la manifestazione del 23 dicembre e l’allestimento di un presidio stabile dei lavoratori sotto il palazzo della Provincia a Cuneo, continua la mobilitazione dei lavoratori dell’ente locale contro la riforma e la legge di stabilità che prevede tagli indiscriminati a risorse e personale dipendente, con il rischio di chiusura di tutti i servizi della Provincia. Giovedì 22 gennaio si è svolta, in contemporanea con le altre Province italiane, una nuova assemblea dei lavoratori a cui è seguito un presidio davanti la Prefettura e la consegna di un nuovo documento di protesta al vice prefetto Bambagiotti. All’assemblea ha partecipato anche il presidente Federico Borgna, oltre ai rappresentanti sindacali della Rsu aziendale.
Borgna ha riferito dell’incontro avvenuto la settimana scorsa a Roma con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, da cui ha riportato un’impressione non così negativa. “Ho fatto domande precise sul futuro dell’ente e soprattutto sul destino dei servizi fin qui svolti e, di conseguenza, dei dipendenti provinciali – ha detto Borgna – ed ho capito che siamo nel corso di una fase di riorganizzazione istituzionale che prevede un passaggio di funzioni con, in teoria, le sufficienti risorse. Il problema riguarda il ruolo delle Regioni che a fronte di un ripassaggio delle funzioni dalla Regioni stesse alle Province dovrebbero trasferire i relativi finanziamenti per farvi fronte. Ma su questo aspetto occorre ancora chiarezza”.
Di seguito il testo integrale della lettera consegnata al Prefetto.
“Come è noto la Legge 56/2014 prevedeva il riordino delle funzioni delle province con relativo trasferimento delle funzioni, risorse economiche, strumentali e di personale a nuovi enti in corso di definizione. I ritardi nella pubblicazione del D.P.C.M. del 26/09/2014 e conseguentemente nella costituzione degli osservatori regionali, non hanno contribuito al rispetto delle tempistiche previste dalla stessa Legge 56.
Nel frattempo il D.L. 66/14 contribuiva a limitare l’effettivo funzionamento delle Province a causa dei forti tagli finanziari intervenuti già agli inizi di ottobre 2014 a carico del loro bilancio. Se poi a ciò si aggiunge la Legge di Stabilità 2015 – che taglia alle province 1 miliardo di euro nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017 con gravi ripercussioni sui bilanci dei nuovi enti – e obbliga a tagliare la spesa di personale del 30% per le città metropolitane e del 50% per tutte le altre, sono facilmente intuibili le gravi ripercussioni sull’erogazione dei servizi ai cittadini e sul personale.
In particolare, per quanto riguarda la Regione Piemonte, la Giunta regionale ha redatto un disegno di legge che lascia alle attuali province tutte le funzioni in attesa di specifiche leggi di riordino. Il Ddl regionale trova però forti limiti applicativi a causa della Legge di Stabilità 2015 che ha ridotto le risorse finanziarie necessarie ad assicurare l’effettivo passaggio di funzioni e personale provinciale alle altre amministrazioni pubbliche.
E’ questa la ragione per cui stiamo continuando la nostra lotta su tutto il territorio ed ad ogni livello possibile. Il Governo non potrà disinteressarsi della situazione che ha generato con la legge di Stabilità Per tale motivo e in particolare chiediamo:
– la costituzione di un apposito fondo a garanzia della copertura finanziaria per il periodo necessario alla definizione delle procedure di trasferimento del personale determinato in base al costo del personale con qualifica e profilo professionale;
– l’eliminazione delle sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità per l’anno 2014 per le Province;
– il rinvio del taglio della dotazione organica e della dichiarazione di soprannumero, fino alla conclusione dell’iter di riordino delle funzioni da parte delle Regioni con il conseguente trasferimento delle funzioni e del personale ad esse legato. Tale trasferimento di personale non deve incidere, come previsto dalla Legge 56/14, sui vincoli di spesa del personale (quindi nemmeno sul turn over degli enti che acquisiranno nuove funzioni);
– che solo successivamente al riordino delle funzioni si potrà affrontare il confronto sulla definizione del sovrannumero e quindi gli eventuali ulteriori processi di mobilità (solo a questi si dovrà applicare la norma specifica sul turn-over);
– che per il personale dei centri per l’impiego e della vigilanza faunistica, come da accordo Stato Regioni, la relativa spesa del personale sia scorporata dalla quella soggetta al risparmio forzoso imposto alle Province dalla legge di stabilità (13.600.000 euro a valere per l’anno 2015 per la Provincia di Cuneo);
– di escludere dal Patto di Stabilità, a partire dal 2015, le somme impegnate quale restituzione allo Stato a seguito dei tagli;
– l’effettivo finanziamento da parte dello Stato e delle Regioni dei costi dei servizi svolti per loro conto da parte delle Province fino alla definitiva attribuzione agli enti subentranti;
– di costituire una cabina di regia politica che consenta di fare accordi con tutte le istituzioni pubbliche perché a livello periferico possano ricevere personale in mobilità, visto in particolare il bando di mobilità del Ministero di Giustizia di recente pubblicazione”.