Finanza pubblica, Gancia: “Serve uno scatto di coscienza e consapevolezza”
Successo per il convegno organizzato in Provincia lunedì 24 settembre con la relazione tecnica di Maurizio Delfino. La Presidente della Provincia: “Federalismo unica strada che non penalizza amministrazioni virtuose”
Cuneo “Serve una forte presa di coscienza e di consapevolezza. Ci accorgiamo che nè sindaci, nè amministratori, nè cittadini, nè aziende conoscono bene la situazione di bilancio in cui si trovano, in questo momento, Provincia e Comuni, grandi e piccoli. Teniamo presente l’ammonimento del nostro presidente Einaudi: “Conoscere per deliberare”. Questo è il primo passo per poter amministrare bene il nostro territorio, in vista di un 2013 che si annuncia molto difficile, anche a causa della scelta inopinata del governo di bloccare il percorso virtuoso del federalismo fiscale, unica via che ci avrebbe portato a non penalizzare i nostri enti locali “.
Così la presidente della Provincia, Gianna Gancia, ha sottolineato lo scopo pratico del seminario di lunedì 24 settembre al Centro Incontri della Provincia, da lei fortemente voluto per offrire uno strumento tecnico di formazione e informazione agli amministratori dei Comuni che a partire dal 2013 saranno assoggettati alla rigida disciplina del patto di stabilità, con tutto quel che ne consegue in termini di vincoli e difficoltà operative di cassa. La relazione tecnica è stata affidata a Maurizio Delfino, docente incaricato presso l’Università Lumsa di Roma e l’Università del Piemonte Orientale, uno dei massimi esperti a livello nazionale di contabilità e bilanci pubblici, già consulente del Governo per l’attuazione della legge sul federalismo fiscale e già assessore alle Finanze della Provincia di Cuneo dal 2009 al 2010.
“Il convegno giunge ad una settimana esatta dall’adozione, in Consiglio provinciale, delle misure necessarie alla salvaguardia degli equilibri di bilancio dell’ente – ha aggiunto il presidente del Consiglio provinciale Giorgio Bergesio -. misure dettate dai tagli ai trasferimenti voluti dal legislatore che portano ad un ammanco di risorse, per la Provincia, pari ad oltre i 30 milioni di euro rispetto al 2009″.
Ciononostante, grazie all’impegno che ha visto coinvolti esecutivo, Consiglio ed uffici, la Provincia di Cuneo è riuscita a scongiurare il rischio commissariamento dell’ente e, con due anni di anticipo rispetto alla tendenza nazionale, ha ridotto il debito e razionalizzato la spesa pubblica avviata. L’attuale debito della Provincia ammonta a 170 milioni di euro, era di 191 milioni nel 2009, il calo della spesa del personale è stato del 20% in cinque anni e 12 le società partecipate dismesse.
Ma le conseguenze pesanti del patto di stabilità si fanno sentire già oggi e nel 2013 andranno ad incidere anche per i Comuni di medie dimensioni al di sopra dei 1.000 abitanti, mentre per i piccoli, al di sotto di tali numeri, ci sarà la micro-unione di Comuni per la quale il patto è previsto dal 2014. Delfino ne ha parlato in termini molto concreti, facendo riferimento all’obbligo, anche per questi enti, di conseguire un risparmio annuale forzoso, di ridurre gli investimenti per problemi di spesa, di mantenere il fondo di equilibrio, di cercare fonti di finanziamento alternative, comprese l’alienazione di beni del patrimonio. A breve tutti i Comuni saranno, quindi, soggetti ai vincoli sempre più stringenti che li obbligherà a ragionare in termini pluriennali, sempre con l’obiettivo di raggiungere il patto, pena gravi sanzioni che ne ingesserebbero l’attività ovvero pesanti ricadute negative per il tessuto imprenditoriale, con aziende costrette ad aspettare pagamenti oltre i tempi di legge.
“Abbiamo cercato di dare il buon esempio e siamo l’unica Provincia del Piemonte (e tra le prime dieci d’Italia) a non aver aumentato le tasse – ha concluso la presidente Gancia -. Ma nel 2013, con gli ulteriori tagli prospettati, c’è il rischio reale di non riuscire a mantenere l’erogazione dei servizi. Stiamo vivendo una fase di neocentralismo legata all’interruzione del processo che andava verso un vero federalismo fiscale. Se non si invertirà la rotta, la situazione è destinata a peggiorare: bisognava che la gente sapesse”.