Dal 3 al 18 settembre retrospettiva dedicata a Michele Baretta

1966 - Cavalli bradi

Nella sala Mostre della Provincia. Inaugurazione sabato 3 settembre, alle 17,30

Cuneo La sala mostre della Provincia ospiterà, da 3 al 18 settembre, una retrospettiva dedicata a Michele Baretta, in prossimità del venticinquennio dalla scomparsa del maestro di Vigone. L’esposizione che raccoglie 50 opere, in un percorso espositivo completo, è promossa da Provincia di Cuneo, Associazione culturale Giuseppe Morino di Savigliano, Centro d’arte Tiziano di Pinerolo. Conta, inoltre, sul patrocinio di Regione Piemonte e città di Cuneo. A cura di Giovanni Baretta, Davide Zuccarello, Giorgio Barberis, la mostra si incentra sul famoso “Mantello Rosso” del 1968 e procede, attraverso selezionatissimi lavori che coprono quasi tutto l’arco dell’attività artistica del maestro, con altri capolavori come “Cavalli Bradi” ed “Io ed Elsa” per chiudere il percorso espositivo con alcuni cartoni preparatori per gli affreschi che paiono più opere finite che semplici spolveri. L’inaugurazione è prevista per le 17,30 di sabato 3 settembre.

“La retrospettiva – spiega l’assessore provinciale alla Cultura, Licia Viscusi – ha il pregio di rievocare la figura di un artista allo scadere dei 25 anni dalla morte, sublimando di fatto quello che è il ruolo di messaggio e comunicazione che sempre sottende all’arte: un dialogo aperto con il pubblico anche a distanza di decenni dalla scomparsa della voce narrante”.

La sala mostre osserverà il seguente orario di apertura. Dal martedì alla domenica dalle 16 alle 19; chiuso il lunedì.

Nota biografica

Michele Baretta (Vigone 1916 – 1987) è stato una figura di assoluto rilievo nel panorama culturale del ‘900 piemontese. Artista eclettico, elegante, sensibile, raffinato disegnatore, dotato di solida padronanza del mestiere, ha espresso con altissimo vigore qualitativo, sempre a livelli di assoluta grandezza, tematiche sia sacre che profane scaturite da una sensibilità pittorica autentica. Nato il 1 gennaio 1916, inizia a disegnare e dipingere sin da bambino, utilizzando i colori da muratore del padre capomastro. E’ sempre e solo vissuto di pittura. Frequenta negli anni dal 1929 al 1935 la Scuola del Reffo a Torino sotto la guida del pittore Guglielmino. Viene ammesso nel 1933 alla R. Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, cui dedica però scarsa frequentazione. Si considera essenzialmente autodidatta avendo personalmente studiato e utilizzato tutte le tecniche pittoriche, non ultimo l’affresco. Dopo la parentesi militare, inizia concretamente l’attività nel 1945 con la personale alla Galleria Rege Santiano di Pinerolo. Nello stesso anno affresca la chiesa di San Bernardo a Vigone. Seguiranno ininterrottamente mostre personali in varie località italiane, partecipazioni a collettive nazionali e internazionali, affreschi e dipinti sacri in svariate chiese del Piemonte, tra cui a Torino le parrocchie del S. Cottolengo e di N.S. della Pace (dove affresca due absidi e la più grande cupola di Torino), le chiese degli Angeli, San Lazzaro e San Luigi IX a Pinerolo, Santa Caterina a Vigone. Presenze dal 1950 alle rassegne e Quadriennali della Promotrice, del Circolo degli Artisti, del Piemonte Artistico e Culturale a Torino, alla Permanente, a Brera ed al Palazzo Reale a Milano, alle Biennali di La Spezia, e altre. Di lui hanno scritto: Marziano Bernardi, Angelo Dragone, Luigi Carluccio, Filippo Scroppo, Vittorio Bottino, Albino Galvano, Ernesto Caballo, Claudia Ferraresi, Mario Marchiando Pacchiola, Angelo Mistrangelo, Giorgio Barberis ed altri importanti studiosi di settore.

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