Fotovoltaico, Gancia: “In Granda 100 gli ettari in fumo prima di moratoria Regione: ora intervenga lo Stato
Presa di posizione della presidente della Provincia contro “speculazioni selvagge e senza utilità ai fini energetici”
Cuneo – “Cento ettari, oltre duecento giornate piemontesi: a tanto ammonta lo sfregio al territorio agricolo arrecato dagli impianti fotovoltaici a terra autorizzati dalla sola Provincia di Cuneo prima della lodevole iniziativa presa dalla Regione Piemonte con la moratoria”: così Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo, ha commentato la situazione a seguito dell’entrata in vigore, il 19 agosto scorso, della legge regionale n. 18/2010 che sancisce all’art. 27, per l’appunto, la moratoria sulle procedure relative ad impianti fotovoltaici non integrati che ricadono in aree agricole d’alto pregio.
“Mi trovavo e mi trovo tuttora – spiega il presidente Gancia – nel duplice imbarazzo di un cittadina cui sta a cuore la salvaguardia del territorio in cui vive e dell’amministratore che ha la responsabilità di un ente come la Provincia, privo, fino a ieri, di potestà discrezionali sull’argomento. La realizzazione di questi impianti, di dubbia utilità sul fronte del risparmio energetico, può infatti contare su vere e proprie “corsie preferenziali” create dal legislatore”
Ora la novità della nuova legge regionale, fortemente voluta dal presidente Cota e dal neoassessore all’energia Massimo Giordano che, sempre secondo la presidente Gancia, “si sono dimostrati lungimiranti e coraggiosi, doti non sempre così comuni in politica”.
Da qui l’appello, urgente e davvero non più rinviabile, al legislatore nazionale, affinché “si faccia carico delle proprie responsabilità e ponga un freno definitivo ad iniziative che spesso nulla hanno d’imprenditoriale ma che molto di più hanno a che spartire con speculazioni selvagge e oltretutto scarsamente utili ai fini energetici”.
“Difficile – ha concluso la Presidente Gancia – non riandare con il pensiero ad un editoriale a firma del nostro illustre concittadino Luigi Einaudi comparso sul Corriere della Sera 88 anni fa, precisamente il 4 luglio 1922, pagine tuttora attuali in cui lo statista aveva modo di scrivere: “Urge perciò uscire da una situazione così pericolosa, per cui i privati spendono e lo Stato paga, nel contempo scagliandosi contro il diritto alla sovvenzione, diritto pel quale si battono non soltanto i capitalisti interessati, ma anche intere città e intere regioni”. Da considerare che i cento ettari su richiamati danno conto dei soli impianti autorizzati dalla Provincia, mentre si può tranquillamente supporre che altrettanti siano quelli sottoposti ad autorizzazione comunale ed approvati.(