L’intervento dello studioso Quaglieni sulla Resistenza
In apertura della seduta, nel centenario della nascita del maggiore Mauri
Cuneo Consiglio provinciale di martedì 17 maggio aperto dall’intervento dello studioso e storico Pier Franco Quaglieni, nel centenario della nascita del maggiore Enrico Martini “Mauri” che fu fra i primi organizzatori della Resistenza in Piemonte e nel Cuneese in particolare. Medaglia d’oro al Valor Militare, Mauri fu protagonista della libera Repubblica di Alba, descritta da Beppe Fenoglio nel volume “I ventitré giorni della città di Alba”.
“La presenza del docente, saggista di storia risorgimentale e contemporanea, fondatore del Centro Pannunzio di Torino assieme a Arrigo Olivetti e Mario Soldati – spiegano il presidente della Provincia, Gianna Gancia, e il presidente del Consiglio provinciale, Giorgio Bergesio – è occasione per rendere merito alla memoria di un partigiano e per contribuire al ricordo di pagine non sempre così conosciute della nostra storia”.
Gli scritti del maggiore Mauri sono stati di recente raccolti nel libro “Noi del 1° Gruppo Divisioni Alpine”, primo testo altamente significativo perchè composto a pochi giorni dalla Liberazione, fra il 12 e il 15 maggio 1945.
“Il documento – spiega Quaglieni nella prefazione – ha un alto valore storico perché rivela la capacità di storicizzare se stesso che Mauri manifesta, come raramente accade a chi scrive, ma è anche un insieme di pagine vibranti, non certo di retorica, ma di forte, intensa passione civile, morale ed umana”.
Ed ancora: “Ripercorriamo la storia di quelle vicende con il necessario distacco critico – proprio della storia – e quindi senza enfasi celebrative, ma rendiamo anche l’onore dovuto a questi combattenti per la libertà, liberandoli, a loro volta, dall’oblio e a volte persino dagli studiati silenzi che li hanno circondati”.
Quaglieni si è occupato di storia della Resistenza ed è studioso del pensiero laico e liberale, a partire dal saggio “Essere laici” (1986). Nel 1971 ha iniziato a scrivere di Mario Pannunzio di cui è il massimo esperto. Nel 1994 è stato insignito dal Presidente della Repubblica della medaglia d’oro di benemerito della scuola e dalla cultura, nel 1999 ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere di gran croce dell’Ordine al Merito della Repubblica. Nel 2000 ha vinto il Premio “Cavour Italia”e dal 2011 fa parte del Comitato nazionale per le onoranze a Cavour costituito presso il Ministero dei Beni Culturali.
“Cercherò – ha detto Quaglieni – di parlare rivolgendomi ai giovani. A loro credo vada riferita la Resistenza riferita al Risorgimento. Mauri ci ha indicato una linea in continuità tra primo e secondo Risorgimento, ovvero il richiamo agli ideali di patria e libertà. Gli uomini della Resistenza si ponevano come primo obiettivo quello di liberare l’Italia da una dominazione straniera”.
Quaglieni ha ripercorso le vicende del militare Martini Mauri, in particolare dopo l’8 settembre del ’43 quando Mauri si aggrega ad un reggimento di granatieri e resta a difendere Roma, insieme a pochissimi altri. Poi raggiungerà il Piemonte per unirsi alle unità della quarta armata, ma sarà catturato dai tedeschi, fuggirà e si aggregherà ai partigiani delle vallate di Mondovì, dove comincerà la lunga storia di Martini Mauri comandante partigiano.
“Egli organizzò le prime unità nelle vallate di Mondovì, in Langa dove fu assoluto protagonista, in Monferrato. Contribuì in modo determinante alla liberazione di Torino, ma anche di numerosi altri centri della Granda: da qui il senso di ricordarlo nel Consiglio provinciale di Cuneo”.
Nel dopoguerra fu membro della Consulta nazionale, strenuo sostenitore della medaglia d’oro al Valor Militare per la città di Alba che gli conferì la cittadinanza onoraria. In chiusura, Quaglieni ha omaggiato ai consiglieri un documento inedito, rinvenuto fortunosamente a Savona e redatto il 15 novembre 1944 da Rosario Zinnari, comandante partigiano garibaldino che riconosce a Mauri grandi doti di onestà, correttezza e umanità, l’elogio più grande che poteva essere rivolto a Martini Mauri.
“Ringrazio Quaglieni per il ritratto puntuale e molto umano di Mauri – ha detto Gancia – e del documento prezioso che oggi ci consegna: lo ringrazio a nome di tutta l’assemblea”.
Nell’aula, presenti una cinquantina di studenti della facoltà di Scienze politiche di Cuneo guidati dalla docente Gabriella Racca, è stato letto anche un saluto pervenuto da parte dell’Associazione Internazionale Regina Elena a firma del presidente Sergio di Jugoslavia che ricordava la concessione da parte del nonno re Umberto II della medaglia d’oro al partigiano Mauri: “Re Umberto II ha sempre avuto nel cuore sia la Provincia grande, sia le donne e gli uomini che l’hanno illustrata”.