Unità d’Italia, intervento dello storico cuneese Aldo Mola
Ricordati Massimo Ranzani, il sindaco di Rittana, i morti di rivolte e tsunami
Cuneo “Dedichiamo ai 150 anni dell’Unità d’Italia l’avvio di questa assemblea, affidando allo storico cuneese Aldo Alessandro Mola un’esposizione dei fatti salienti che hanno contraddistinto un periodo ricco di eventi e trasformazioni”. Con queste parole il presidente del Consiglio provinciale, Giorgio Bergesio, ha introdotto la relazione del direttore del Centro Europeo Giovanni Giolitti ispirata al Risorgimento cuneese. “La Provincia di Cuneo – ha aggiunto Bergesio – ha partecipato alle celebrazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia, collaborando fattivamente all’organizzazione della Notte Tricolore che si è svolta a Torino. Numerose sono le iniziative promosse dagli assessori provinciali Anna Mantini e Licia Viscusi, con il coordinamento del presidente Gianna Gancia. Ulteriori attività, mirate alla valorizzazione dell’opera di Luigi Einaudi, saranno inoltre portate avanti dall’assessorato provinciale alla Cultura”.
L’intervento di Mola è stato introdotto dal presidente Gancia:
“Mi riconosco – ha spiegato – nella pregevole iniziativa voluta dal presidente del Consiglio e dalla conferenza dei capigruppo. E’ giusto onorare il passato per guardare con speranza al futuro. Abbiamo già ricordato la fondazione della nostra Provincia, di pochi mesi precedente all’Unità d’Italia. La vera sfida di oggi è il federalismo che ci coinvolge come amministratori locali e su cui avremo modo di tornare durante il percorso delle celebrazioni dei 150 anni di Unità d’Italia”.
“Ricordiamo oggi – ha esordito Mola – il processo unificazione nazionale che, proprio in provincia di Cuneo, ha trovato la linfa per la creazione di uno Stato nuovo. Nel 2009 abbiamo in questa stessa sede celebrato l’istituzione della legge Rattazzi, che ha contraddistinto il nascere della Provincia di Cuneo”. La successiva relazione ha, quindi, percorso la storia italiana con cenni al quindicennio delle invasioni straniere tra la fine del ‘700 e il 1815, le guerre d’indipendenza dal dominio asburgico, il ruolo del conte Camillo Benso di Cavour: “La provincia di Cuneo – ha detto Mola – si trovava ad essere terra con straordinaria classe dirigente, impegnata a governare una realtà purtroppo dimenticata, ovvero il dramma della cessione di Nizza alla Francia di Napoleone III. Da stato anfibio si trovò così ad essere terra di confine, obbligata ad enormi investimenti per fortificare il crinale alpino. Il costituito Consiglio provinciale di Cuneo si pose problemi nuovi: la sessione di lavoro del 1860 coincise con l’ingresso di Garibaldi a Napoli. L’assemblea si radunava per gettare le basi di un’amministrazione nuova che si occupò di strade, rete ferroviaria in costruzione, ospedali. I terreni di impegno furono la costituzione delle scuole tecniche, della scuola normale per la formazione dei maestri, un grande piano per il rilancio dell’agricoltura, l’incoraggiamento delle banche per la piccola industria. Queste ricorrenze costituiscano stimolo per la conoscenza della storia di Cuneo e l’orgoglio della propria identità che hanno guidato le celebrazioni dei 150 anni della Provincia”.
A seguire l’intervento del capogruppo Marco Perosino (Pdl): “Penso che i quattro personaggio che hanno realizzato l’Unità d’Italia – Mazzini, Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II – rappresentino ciascun italiano medio. Oggi si scontrano diverse teorie di pensiero sull’Unità: non possiamo però cancellare 150 anni di storia comune. Rappresentiamo una parte d’Italia che è la generazione post bellica che ha fatto del lavoro una ragione di vita, che si riconosce nei valori dell’inno, della bandiera e della patria. Per questi motivi nelle ultime settimane è scattato un orgoglio nazionale senza precedenti che auspico duraturo”. “E’ evidente – ha detto Mino Taricco (Pd-Impegno civico) – il livello di coinvolgimento e partecipazione non scontato che ha caratterizzato queste celebrazioni. La nostra provincia ha giocato un ruolo importante nel raggiungimento dell’Unità nazionale. Credo che in quest’occasione sia necessario mettere in campo un grande rispetto per la verità dei fatti, al di là delle purtroppo frequenti strumentalizzazioni, e una sincera gratitudine nei confronti di tutti coloro che hanno scritto la nostra storia tra quelle dei grandi paesi. Abbiamo dedicato tempo al compleanno della nostra Provincia, varrebbe la pena dedicare altrettanta attenzione all’Unità del Paese”. L’assemblea ha, quindi, osservato un minuto di silenzio in memoria del capitano Massimo Ranzani, del V Reggimento alpino di Vipiteno, ultimo caduto italiano sul fronte della missione di pace in Afghanistan. Con a lui sono stati ricordati il sindaco di Rittana, Adriano Perona, deceduto il 4 marzo scorso, i morti delle recenti manifestazioni di protesta in Egitto, Tunisia, Libia, Israele e Siria e le vittime dello tsunami che ha travolto il Giappone”.