A novant’anni dalla morte l’eredità di Giovanni Giolitti
La Granda si appresta a ricordare il grande “statista della nuova Italia”
Cuneo – Il 17 luglio cade il 90° anniversario della morte dello statista cuneese Giovanni Giolitti che segnò, con la cosiddetta “età giolittiana”, il primo Novecento della storia del nostro Paese. Oltre all’omaggio alla tomba a Cavour, le celebrazioni prevedono un convegno storico il 29 e 30 settembre a Vicoforte con relatori che arriveranno da tutta Italia. A curare gli eventi è il direttore dell’associazione Studi storici “Giovanni Giolitti” di Cavour, lo storico e saggista Aldo Alessandro Mola.
La figura del politico di Dronero, più volte ministro e cinque volte presidente del Consiglio del Regno, resta attuale perché era lo “statista della nuova Italia” (titolo del libro di Mola, edito da Mondadori) che per trent’anni si impegnò a costruire la “macchina dello Stato”. Spiega Mola: “Tentò in tutti i modi di non far entrare l’Italia in guerra nel ‘14-‘15: il costo per il Paese fu di un milione di morti e un indebitamento mostruoso, che compromise la pace sociale. Prima dell’avvento del fascismo si rese conto che il Paese era ormai ingovernabile, anche per il nuovo sistema elettorale che definì “la maledetta proporzionale”. Il 16 marzo 1928, a 86 anni, tenne alla Camera un memorabile, ultimo discorso per difendere la libertà di scelta dei deputati da parte degli elettori. E tre anni prima si dimise dal Consiglio provinciale di Cuneo per non prendere la tessera fascista.