L’ultimo omaggio della Granda a Victor Salvi
Al funerale del fondatore della “Salvi Harps” a Piasco anche il gonfalone della Provincia. Il ricordo del sindaco e consigliere provinciale Milva Rinaudo.
Cuneo Anche la Provincia di Cuneo ha reso l’ultimo omaggio a Victor Salvi, musicista e liutaio, conosciuto in tutto il mondo come costruttore delle celebri arpe che portano il suo nome. Al funerale di giovedì 14 maggio a Piasco l’ente era presente il gonfalone della Provincia, con il consigliere provinciale incaricato Milva Rinaudo.Un omaggio a Salvi, l’italo-americano nato nel 1920 a Chicago e morto a Milano all’età di 95 anni. Dopo il 1970 Victor Salvi impiantò a Piasco, dove già era consolidata la tradizione dell’artigianato del legno, una casa produttrice di arpe la cui qualità è oggi apprezzata da tutti i cultori dello strumento. La “Salvi Harp” ospita anche il primo ed unico museo al mondo interamente dedicato all’arpa, alla sua storia e al suo universo sonoro.
Il consigliere provinciale Milva Rinaudo e sindaco di Costigliole Saluzzo dove Salvi ha trascorso i suoi ultimi anni: “Un commiato che è il sincero riconoscimento di stima e di gratitudine da parte di tutta Costigliole, della Valle Varaita, e dell’intera Provincia di Cuneo nei confronti del grande Maestro , per essere stato in primo luogo un artista – certamente uno dei più importanti del ‘900 – e, non da meno, un grande imprenditore. Victor Salvi la musica non solo l’ha solo incontrata, l’ha fortemente amata, l’ha primeggiata attraverso l’arpa che per lui, si può affermare, sia stato una sorta di timone che ha saldamento impugnato lungo tutta la lunga esistenza. Ma Salvi la musica l’ha anche prodotta attraverso la creazione – parlo apposta di “creazione” e non di semplice “produzione” – di quegli straordinari capolavori che sono le arpe che nascono nella Salvi Harp e che, oltre alla musica, portano in giro per il mondo il nome della nostra terra: di Piasco in particolare ma anche di Costigliole, del nostro laborioso e culturalmente vivace Saluzzese e della laboriosità della gente di questi luoghi”.
Rinaudo ha poi ricordato come Salvi sia stato cittadino del mondo, ma senza dimenticare le sue origini. “L’essere stato il figlio di una terra povera – ha detto-, figlio di un liutaio, di un grande liutaio, costretto però ad emigrare dal nostro Paese verso quella sorta di Terra Promessa rappresentata dagli Stati Uniti d’America. Forse è per questo che, nonostante i grandi riconoscimenti che hanno caratterizzato la sua vita, è stato capace di conservare intatta l’umiltà anche quando il nome di Victor Salvi è diventato universalmente conosciuto ed apprezzato”.