Premio “Luigi Einaudi” sui temi del federalismo europeo einaudiano, premiati i vincitori
Consegnate dalla presidente Gancia otto borse di studio agli studenti dei Licei scientifici della Granda
Cuneo -Daria Marelli di Cherasco, classe V B Liceo Scientifico “Giolitti – Gandino” di Bra; Paola Pastorino di Nucetto, classe IV B Liceo Scientifico “Baruffi” di Ceva; Camilla Moino di Revello, classe V D Liceo Scientifico “Bodoni” di Saluzzo; Antonio Maria Scielzo di Dogliani, classe IV B Liceo Scientifico “Vasco–Beccaria-Govone” di Mondovì; Cristiano Bellino di Bene Vagienna, classe IV A Liceo Scientifico “Ancina” di Fossano; Francesco Moraglio di Bosia, classe IV F Liceo Scientifico “Cocito” di Alba; Jacopo Giraudo di Borgo San Dalmazzo, classe V G Liceo Scientifico “Peano” di Cuneo; Ludovica Botto di Fossano, Classe V Liceo Scientifico “Arimondi” di Savigliano.
Sono gli otto studenti che martedì 29 aprile hanno ricevuto in Provincia, dalla presidente Gianna Gancia e dall’assessore all’Istruzione Licia Viscusi, una borsa di studio ciascuno da 625 euro e l’attestato di partecipazione al “Premio Luigi Einaudi”, concorso sul federalismo europeo einaudiano riservato agli studenti dei licei scientifici delle classi IV e V della Granda. Il premio è stato istituito dalla Provincia nel cinquantenario della morte dell’ex Presidente della Repubblica, con il sostegno della Fondazione Crt nell’ambito della linea d’intervento “Novemuse” (premi, concorsi e riconoscimenti in campo culturale).
“Sono particolarmente orgogliosa – ha commentato la presidente Gianna Gancia – della serietà e dell’impegno con i quali avete affrontato questo concorso svolgendo ricerche approfondite dal sito luigieinaudi.it che abbiamo creato come Provincia, in collaborazione con la Fondazione Einaudi. La digitalizzazione on line dell’opera omnia di Einaudi non esisteva e l’abbiamo voluto per mantenere viva la memoria del nostro più illustre statista cuneese che già tanti anni fa diceva cose che oggi restano di grande attualità. Un ringraziamento anche ai vostri insegnanti e presidi, che hanno colto questa opportunità. Il tema era sicuramente impegnativo, ma gli svolgimenti sono stati assolutamente originali e meritevoli di un plauso sincero”.
Gli studenti sono partiti dal materiale didattico presente sul portale “luigieinaudi.it” e, tenuto conto della scadenza elettorale europea di metà 2014, hanno affrontato il percorso di lettura su “L’unificazione europea”. Come titolo del tema è stato scelto“Qual è il numero di telefono dell’Europa? La risposta di Einaudi”, a partire da una domanda provocatoria, attribuita ad Henry Kissinger, già segretario di Stato americano a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Una domanda sempre attuale, alla luce della complessa architettura istituzionale di cui l’Unione europea è venuta dotandosi nei decenni, come sempre attuale è la lezione europeista di Luigi Einaudi, testimoniata in numerosi scritti a cavallo di due guerre mondiali. Quale Europa aveva in mente Luigi Einaudi? Cosa intendeva per “Stati Uniti d’Europa”? In che misura il federalismo europeo einaudiano riprendeva spunti pacifisti? Quali contraddizioni ravvisava Einaudi tra gli Stati Nazionali e la Federazione europea?
L’iniziativa si è inserita nella valorizzazione dell’opera e dell’insegnamento di Luigi Einaudi, già al centro di due articolate iniziative della Provincia, cioè le Lezioni “Luigi Einaudi”, rassegna nella quale a tutt’oggi sono intervenuti studiosi quali Alberto Quadrio Curzio, Enrico Colombatto, Francesco Forte, Giulio Tremonti, Pier Giuseppe Monateri e Paolo Mieli e la convenzione con la Fondazione “Luigi Einaudi” per la digitalizzazione dell’opera omnia dello statista della Provincia di Cuneo, oggi integralmente disponibile all’indirizzo luigieinaudi.it.
A Luigi Einaudi, economista, pubblicista, uomo politico e secondo Presidente della Repubblica Italiana, la Provincia ha dedicato anche la sala B del Centro Incontri affiggendo una targa con questa sua citazione: “Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.