Consiglio provinciale: la Provincia sarà parte civile nei processi per femminicidio e violenza contro donne e minori
La decisione assunta all’unanimità nella seduta di martedì 26 novembre
Cuneo La Provincia di Cuneo si costituirà parte civile nei procedimenti penali per femminicidio e atti di violenza nei confronti delle donne e dei minori, in linea con la mozione presentata in Consiglio provinciale martedì 26 novembre dalla Conferenza dei capigruppo provinciali ed approvata all’unanimità.
L’iniziativa, promossa dalla Consigliera di Parità della Provincia di Cuneo, Daniela Contin, in collaborazione con l’Assessora alle Pari Opportunità della Provincia di Cuneo Anna Mantini, ha trovato l’immediata condivisione dei Comuni “sette sorelle” di Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano e di altri centri. Si tratta di una pronta risposta delle istituzioni alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, celebrata lunedì 25 novembre. Sul tema sono intervenuti i consiglieri Claudio Gallizio (Pd-Impegno civico), Fabio Di Stefano (gruppo misto), Giovanna Zetti (Lista Costa), Riccardo Cravero (Pdl), Paolo Demarchi (Lega Nord), Angelo Rosso (gruppo misto), Piermario Giordano (Lega Nord), Pietro Revetria (Udc).
Ha detto Mantini: “Le iniziative pubbliche si moltiplicano, la recente legge, criticata da molte donne e da alcuni uomini, ha contribuito al dibattito. Il fatto per me positivo è che sempre più uomini sentono l’esigenza di metterci la faccia, più consapevoli di una verità per secoli rimossa. Sono i maschi a perpetrare la violenza, i primi a dover introdurre il cambiamento. La Provincia ha avviato questa iniziativa, elaborata dalla consigliera di Parità con la quale portiamo avanti una stretta collaborazione”.
“Un primo grande risultato di collaborazione è stato raggiunto – ha dichiarato Contin -: vorrei rivendicare la forza innovativa di questa iniziativa cuneese che vede, forse per la prima volta in Italia, più Comuni e la Provincia simultaneamente uniti nell’impegno a costituirsi parte civile in quanto soggetti “offesi”, titolari di un proprio diritto soggettivo e di un danno, morale e materiale, risarcibile. Così facendo l’ente pubblico trasforma un interesse generico e diffuso in un proprio interesse specifico diretto alla salvaguardia della salute, dell’integrità e del benessere psicofisici dei propri cittadini, ma anche di tutela sociale ed economica del proprio territorio. Non è scontato in un Paese che, fino a pochi anni fa, prevedeva il delitto d’onore. Oggi siamo passati alla riprovazione morale e al riconoscimento del danno subito dall’intera comunità. In seguito lotteremo perchè i risarcimenti siano congrui”.
La presidente Gancia: “La cosa più importante è abbandonare ogni tipo di ipocrisia, senza gesti plateali. Non solo un giorno, ma per tutto l’anno”.