“Bel Andè/bel anar”, presentato in Provincia il progetto di valorizzazione delle borgate montane
Cuneo L’antico borgo medievale del castello di Prunetto con il suo museo etnografico, la borgata Ubé di Frabosa Soprana dove è nata la civiltà del castagno, la borgata Esterate di Entracque con il suo museo d’arte sacra, la case tipiche di San Bernolfo nel comune di Vinadio, i tetti in pietra “lose” a Chialvetta di Acceglio o ancora i formaggi di borgata Serre ad Elva, il caratteristico insediamento di Balma Boves a Sanfront eBorgata Campofei a Castelmagno. Sono solo alcuni esempi della rete “Bel Andè/bel anar”, il progetto di salvaguardia dell’architettura e della cultura ancestrale di colline e montagne della Granda presentato in Provincia a Cuneo martedì 16 luglio. Erano presenti gli assessori provinciali alla Cultura Licia Viscusi e al Turismo Pietro Blengini, il consigliere provinciale Riccardo Cravero, la consigliera della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Giovanna Tealdi con i funzionari Andrea Silvestri e Valentina Dania, oltre alle associazioni partners Escolo de Sancto Lucio de Coumboscuro (Mauro Arneodo), Associazione Alto Corsaglia e gli amministratori di molti dei Comuni aderenti.
“Si tratta di un progetto importante – hanno detto gli assessori Viscusi e Blengini – perchè coinvolge i piccoli centri montani o collinari marginali, mettendo insieme tanti Comuni in un lavoro di rete nella promozione dei fabbricati rurali, edifici storici, ecomusei accanto al rilancio delle attività culturali, produttive, artigianali, ricettive e di valorizzazione dei prodotti agroalimentari. E’ un progetto che mette in gioco i giovani, offrendo anche nuove forme di occupazione in montagna, ambito in costante crescita”.
Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con 90 mila euro suddivisi in tre anni, coinvolge in totale 25 Comuni cuneesi (Bergolo, Prunetto, Mombarcaro, Paroldo, Nucetto, Bagnasco, Caprauna, Ormea, Frabosa Sottana, Frabosa Soprana, Vernante, Entracque, Valdieri, Vinadio, Argentera, Pietraporzio, Marmora, Monterosso Grana, Castelmagno, Acceglio, Elva, Casteldelfino, Sampeyre, Sanfront, Pradleves, Atl di Cuneo e Alba) di un’ampia fascia territoriale che va dalle vallate montane all’Alta Langa, passando attraverso il Monregalese. In ciascun di essi è stata individuata una borgata in cui permangono testimonianze del paesaggio architettonico tradizionale, quali edifici di proprietà ed uso pubblico e privato, in parte già oggetto di recupero e di valorizzazione. Intorno a questi beni, individuati come punti di riferimento dell’itinerario che si andrà a costruire, si prevede la messa in rete di tutte le risorse presenti quali attività e produzioni tipiche della società rurale, ricchezze naturalistiche ed ecomusei, testimonianza dell’arte e del lavoro, musei e beni etnografici.
Dopo un’ampia relazione sulle finalità e le caratteristiche tecniche del progetto, durante l’incontro è stato portato ad esempio il recupero di Borgata Campofei nel comune di Castelmagno dove si sta svolgendo un progetto di recupero e rivitalizzazione di edifici e attività rurali tradizionali. Accanto agli antichi piloni e cappelle, sta nascendo il “Muzeu d’el travail e d’la vita d’isì (piccolo museo del lavoro e della vita quotidiana di quassù) insieme alle produzioni tipiche, come il formaggio Castelmagno.