“Giunta ma anche personale e debiti, costi già abbattuti del 20 per cento”
La presidente Gianna Gancia risponde alla lettera aperta del Gruppo consiliare Pd: “Lavoriamo insieme per correggere ingiustizie e privilegi veri”
Cuneo Di seguito il testo della risposta della presidente della Provincia Gianna Gancia alla lettera aperta del Gruppo consiliare Pd.
“Cari colleghi, ho letto con attenzione la vostra lettera aperta in tutte le sue articolate motivazioni cui guardo con doveroso rispetto. Fate riferimento alla mozione che insieme, all’unanimità, abbiamo approvato nel consiglio del 6 novembre i cui impegni, credetemi, sento come assolutamente vincolanti.
Ben venga dunque un’occasione per fare il punto sui costi della politica. Non in astratto o a colpi di slogan, ma in concreto e sulla scorta dei fatti. Anche perché proprio su questo fronte abbiamo anticipato sensibilmente i livelli di governo superiore. Rivendico semmai e a buon diritto d’aver fatto più e meglio di tanti altri, se non di tutti gli altri.
1. Abbiamo approvato nel 2011, con il vostro voto contrario cari colleghi, un piano di dismissioni e liquidazioni di partecipate che si è tradotto, nell’insieme, nella cessione o chiusura di ben 13 società, che portavano con sé una ricca (a spese dei contribuenti) dote di sottogoverno, con 119 (leggasi centodiciannove, non due o tre assessori) poltrone tra consiglieri e revisori. Meno costi, dunque, ma anche più risorse per l’Ente che ha incassato da questa partita quasi 3 milioni di euro.
2. Abbiamo ridotto un debito che superava nel 2009 i 190 milioni di euro a poco più di 160, destinati a scendere a 150 nel 2014: meno 20 per cento secco. E mi piacerebbe poter dire che tutti in Italia hanno saputo fare meglio o anche solo altrettanto, ma voi per primi sapete che così non è.
3. La Provincia aveva nel 2004 qualcosa come 850 dipendenti, scesi a 770 nel 2009: oggi non arriva a 690. Anche in questo caso, meno 20 per cento secco, ottenuto peraltro salvaguardando tutti gli istituti contrattualmente previsti.
4. Abbiamo azzerato non solo le spese dei gruppi consiliari, meno di 30 mila euro annui, ma tutte le spese di rappresentanza che ancora nel 2009 sfioravano i 100mila euro.
5. Abbiamo attuato un’informatizzazione di tutte le procedure che non solo ci è valsa riconoscimenti nazionali ma ha consentito all’Ente di ridurre del 70 per cento le spese postali e di accelerare nel contempo i tempi di risposta a utenti ed aziende.
Per ragioni di necessaria concisione, non mi dilungo nelle tante scelte quotidianamente assunte sulla gestione del patrimonio piuttosto che sui costi per servizi, tutte improntate a contenere la spesa corrente a tal punto che ci siamo fatti carico di oltre trenta milioni di euro di tagli e minori entrate negli ultimi due anni.
Non mi nascondo però dietro un dito e, sulla giunta, vorrei riepilogare la situazione attuale, visto che già è stata ridotta nel numero di componenti, che da un anno a questa parte sono nove, e non più dieci com’è sempre stato prima. Non solo: le indennità spettanti per legge agli assessori sono state ridotte negli anni, e noi abbiamo addirittura anticipato nei tempi il legislatore. Anche in questo caso lascerei parlare i numeri: nel 2003 la Provincia ha liquidato alla giunta indennità per complessivi 555.468.24 euro, cifra che era già scesa nel 2008 a 522.254,64 e che nel 2013 si attesterà a 438.963,99 euro con un risparmio secco di circa 117mila euro e, anche in questo caso, di oltre il venti per cento.
Non ci si è tirati indietro, neppure su questo fronte, quindi. La mozione alla quale fate riferimento, colleghi, ci e mi vincolava a ridurre ulteriormente la giunta “a stretto giro con l’emanazione dei DPCM” che avrebbero dovuto trasferire le competenze dell’ente.
A tutt’oggi, né l’ex presidente Monti né l’attuale presidente Letta hanno dato seguito ad alcunché. Alla provincia sono rimaste in carico strade e scuole, ambiente e trasporti, agricoltura e caccia, lavoro e formazione professionale. Tutto è rimasto nella responsabilità dell’Ente, salvo che le risorse per farvi fronte, come ben sapete.
Per questo, al di là d’ogni demagogia, vi chiedo semmai di continuare a fare fronte comune, come responsabilmente avete spesso fatto, per ottenere giustizia e certezza dal legislatore nazionale: giustizia e certezza che oggi sono inequivocabilmente negate, come ribadito proprio dalla mozione approvata dal consiglio e anche da altri atti assunti collegialmente, quali gli ordini del giorno contro le ingiustizie delle province autonome e delle regioni a statuto speciale, a tutt’oggi templi del privilegio e della concorrenza sleale”.