Provincia: si è riunito il Comitato consultivo per la tutela e la gestione della fauna selvatica
Saranno chieste alla Regione Piemonte maggiori iniziative per l’abbattimento degli ungulati
Cuneo Il problema rappresentato dagli animali selvatici e soprattutto quello dei danni che questi arrecano all’agricoltura (soprattutto i cinghiali) e come causa di incidenti stradali (cinghiali e caprioli), continua ad essere una priorità della Provincia. Lo ha detto l’assessore provinciale alla Caccia, Stefano Isaia, che lunedì 22 aprile ha convocato in Provincia il Comitato consultivo provinciale per la tutela e la gestione della fauna selvatica ed il coordinamento delle politiche venatorie. Erano presenti i presidenti e rappresentanti dei Ca e Atc provinciali, oltre al Commissario straordinario dell’Atc Cn3 Giuseppe Serra e alcuni rappresentanti degli enti locali e dell’Asl Cn1.
Sul tema, Isaia ha ricordato come la Regione Piemonte abbia ampliato i termini di abbattimenti e concesso la possibilità della caccia al cinghiale dal 15 giugno al 15 marzo, ma ciononostante continuano ad arrivare segnalazioni della persistenza del problema, in particolare da alcune zone della Granda come Cortemilia e da molti comuni vicini. Servono pertanto, dati certi sulla popolazione di caprioli e cinghiali , derivanti da precisi censimenti e suddivisi per singolo Atc e Ca per capire il numero degli esemplari effettivamente abbattibile e coordinare l’attività. Comunque, nei primi tre mesi del 2013, le attività operate dalla Provincia, su 70 uscite, hanno portato all’abbattimento di 140 capi di cinghiale e quindi si proseguirà con il massimo impegno fino a quando le condizioni vegetali lo permetteranno.
L’incontro ha preso in esame le proposte pervenute appunto dal Comune di Cortemilia, anche a nome dei seguenti Comuni: Cissone, Gottasecca, Igliano, Lequio Berria, Mombarcaro, Monesiglio, Murazzano, Niella Belbo, Albaretto Torre, Arguello, Belvedere Langhe, Benevello, Bonvicino, Bossolasco, Camerana, Cerretto Langhe, Paroldo, Saliceto, San Benedetto Belbo, Serravalle Langhe, Somano, Trezzo Tinella, Gorzegno, Levice, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone, Prunetto, Rocchetta belbo, Santo stefano Belbo, Torre Bormida, Bergolo, Borgomale, Bosia, Castelletto Uzzone, Castino, Cossano berlbo, Cravanzana e Feisoglio.
Le proposte sono state raccolte in una lettera inviata alla Regione Piemonte che chiede di: definire uno specifico e serrato calendario di battute al cinghiale nell’Atc Cn4, Atc Cn5e nel Ca Cn6 così da sfoltire il più possibile la fauna selvatica di queste zone mediante l’intervento del Servizio di Vigilanza Faunistico-Ambientale della Provincia e dei cacciatori del posto; redigere piani numerici di abbattimento degli ungulati che gli Atc e i Ca sono disponibili a proporre alla Regione con l’intenzione di sfruttare tutto il periodo venatorio consentito dal prossimo calendario venatorio; ottenere dalla Regione Piemonte, qualora non vengano conclusi i piani di prelievo selettivo agli ungulati, che gli stessi vengano attuati come attività di controllo con la supervisione della Provincia e la partecipazione degli stessi cacciatori; ridurre i costi per l’abbattimento del capriolo ad un importo massimo di 20-30 euro.
“Sappiamo bene che tra la caccia e l’agricoltura – ha precisato Isaia – ci deve essere un equilibrio che permetta ad entrambe di coesistere senza eccessive difficoltà. Quando questo equilibrio, per varie ragioni, viene meno, si crea un problema. Questo è il modo con cui noi lo affrontiamo”.
Al termine l’assessore Isaia ha auspicato un sempre maggior coordinamento tra cacciatori, comparti e Provincia nelle attività di abbattimento, sottolineando come i cosiddetti sistemi di “autodifesa” contro i cinghiali, previsti da una delibera provinciale del 2009 per i coltivatori diretti, abbiamo portato a scarsissimi risultati.