Le virtù del fare “impresa al femminile”: se ne é discusso a Bra
Testimoni ed esperti del settore riuniti a Bra per fare il punto sulla realtà dell’imprenditoria femminile. L’intervento dell’assessora provinciale Mantini.
Cuneo Le virtù, ma anche le difficoltà del fare “impresa al femminile”, sono state al centro dell’incontro che si svolto a Bra nei giorni scorsi al Centro polifunzionale Arpino per iniziativa della Consulta comunale Pari Opportunità e dello Sportello Creazione di Impresa della Provincia di Cuneo, con il supporto del Centro per l’Impiego di Alba Bra e dell’Ufficio Pari Opportunità del Comune di Bra.
Tante le persone intervenute. I lavori sono stati aperti da Annalisa Chiavazza, rappresentante della Consulta comunale pari opportunità, e dal sindaco di Bra, Bruna Sibille. Di particolare interesse le testimonianze della commerciante braidese Evelina Gemma, di Maria Grazia Magliano imprenditrice agricola, di Tiziana Mondino sarta braidese, di Claudia Bordizzo e Sonia Tarditi, giovani addette di servizi alla prima infanzia. Fra gli esperti sono intervenute Giovanna Grasso dello Sportello provinciale di consulenza alla Creazione d’impresa e Laura Moglia, dell’associazione “A tutta educazione” sul tema dell’apprendistato quale modalità per il rilancio dell’occupazione giovanile. I giovani hanno apprezzato in particolare l’intervento di Cristina Trucco, vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Cuneo, che ha tratteggiato con una rigorosa analisi i dati della situazione economica provinciale.
Le conclusioni sono state affidate all’assessora provinciale alle Pari opportunità, Anna Mantini, che ha svolto un’analisi approfondita del contesto attuale: “L’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di imprenditrici e partite Iva “in rosa”. Il 46% delle donne italiane lavora, ma solo il 30% ha un impiego fisso. Il 16%, al contrario, ha un lavoro autonomo. Il 6% in più della media europea, inferiore al 10%”. L’assessora Mantini ha ricordato come spesso la decisione di diventrare imprenditrici autonome non sia soltanto una libera scelta, ma l’unica chance per entrare nel mondo del lavoro. “L’età media delle donne imprenditrici – ha spiegato Mantini – è di 54 anni e l’81% delle aziende a guida femminile è stata fondata fra il 1990 e il 2008 da donne mature costrette a scegliere in gioventù fra carriera e famiglia. Oggi la recessione rende sempre più difficile sopravvivere sul mercato e sono numerosi anche gli insuccessi . La soluzione, affermano gli esperti, è puntare sull’innovazione, ma in un Paese di microimprese il rischio è che nel lungo periodo investire nella ricerca non basti”.
Ricercare una condizione di autonomia attraverso il lavoro è stato, comunque, l’appello indirizzato ai giovani presenti in sala, in particolare ai ragazzi delle classi IV e V degli istituti superiori cittadini.