La riorganizzazione dell’assistenza sanitaria nell’ambito dell’Asl Cn1. Gancia: “Salvare servizi e ospedali è possibile solo mettendoli in rete”.
Incontro in Provincia tra la presidente Gancia, l’assessore regionale Monferino e i sindaci della Granda
Cuneo Salvaguardare l’offerta sanitaria, che in provincia di Cuneo è offerta di qualità, rendendola sostenibile finanziariamente attraverso la messa in rete di servizi e ospedali. E’ questa, in estrema sintesi, la sfida che mercoledì 3 ottobre è stata lanciata in Provincia durante l’incontro voluto dalla presidente Gianna Gancia con l’assessore regionale alla Sanità Paolo Monferino, il direttore dell’Asl Cn1 Gianni Bonelli, il direttore dell’Aso Santa Croce e Carle, Giovanna Baraldi e i sindaci delle principali città della Granda. Nel pomeriggio i vertici sanitari hanno incontrat anche i direttori e giornalisti delle testate cuneesi.
“Quella di oggi vuole essere un’operazione verità – ha detto la presidente Gancia – perchè la gente deve sapere com’è la situazione e poter fare un paragone. Io stessa, pochi mesi fa, ho partecipato a Dignes-les-Bains ad un vertice con la Provincia francese delle Alpes de Haute-Provence e in quell’occasione il presidente Jean-Louis Bianco era preoccupato perché le nuove politiche sanitarie mettevano a rischio l’ospedale di Monosque, struttura che dal capoluogo, Dignes, dista 59 chilometri. Il paragone con la nostra provincia rischia d’essere impietoso: Ceva dista da Saluzzo 69 chilometri; se tracciamo una circonferenza sulla cartina con diametro proprio Ceva-Saluzzo troviamo strutture ospedaliere a Mondovì, Savigliano, Cuneo, Bra, Alba, Fossano, oltre che a Saluzzo e Ceva. E’ una ricchezza che saremo costretti a razionalizzare”.
L’assessore Monferino ha portato, in particolare, le cifre della sanità piemontese ricordando che il taglio dei finanziamenti per il 2012 è stato di 120 milioni di euro. Per arginare l’incontrollabile aumento dei costi degli ultimi anni per i 76 ospedali piemontesi (pubblici e privati) sono state fatte due scelte: la concentrazione di tutte le attività di supporto all’attività sanitaria tramite il raggruppamento delle attuali 19 Asl in sole 6 Federazioni (ad esempio si passerà da 19 uffici acquisti a 6 e lo stesso per gli uffici di logistica, magazzini, sistemi informativi ecc…); la costituzione di una programmazione centrale per gestire le reti ospedalieri come se appartenessero ad una sola azienda ospedaliera (ad esempio Asl Cn1, Asl Cn2 e Aso Santa Croce Carle metteranno in rete i loro ospedali). “In ciascun territorio del Piemonte e quindi della Granda – ha detto Monferino – saranno assicurate tutte le cure di tutte le patologie, ma non più tutte dappertutto. In altre parole, ci saranno ospedali che perderanno attività e altri che ne acquisteranno di nuove, così da acquisire un volume medio maggiore in grado di assicurare risparmi ma anche maggior sicurezza negli interventi ”
La situazione dettagliata della provincia di Cuneo è stata illustrata dal direttore dell’Asl Cn1, Bonelli. Il territorio dell’Asl sarà suddiviso in tre aree: Metropolitana (corrispondente ai distretti di Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Dronero); Area Nord (Saluzzo e Savigliano); Area Sud (Mondovì e Ceva). Il bacino, che conta una popolazione di 420.401 abitanti, sarà soggetto ad una riorganizzazione che porterà alla riduzione di circa 200 posti letto e che, in sintesi, prevede: attività chirurgica a maggior complessità solo a Savigliano e Mondovì; altra attività chirurgica day-surgery e week -surgery a Saluzzo e Ceva; attività Dea e Pronto Soccorso ortopedia a Saluzzo a supporto per la traumatologia minore; riconversione dell’ospedale di Fossano in Polo riabiitativo di riferimento per tutto il territorio provinciale; chiusura della degenza ospedaliera a Caraglio; costituzione di un Centro di assistenza primaria (Cap) a Fossano; riconversione della struttura di Boves in Cap e altre modifiche ancora.
Discorso a parte quello che riguarda la riorganizzazione dell’Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo che manterrà tutte le attività, cercando anch’esso di razionalizzarle utilizzando al meglio strutture e tecnologie e concentrando i volumi di attività. L’ospedale di Cuneo, a cui fanno riferimento per i casi più difficili anche le altre località della Granda, lavorerà in rete con tutti gli ospedali cuneesi, come ha più volte sottolineato nel suo intervento la responsabile Baraldi.
“Chi governa oggi – ha aggiunto Gancia – ha ereditato il ben triste primato di una Regione, unica al Nord, assoggettata a piano di rientro per via degli sforamenti sulla spesa sanitaria. Questa è una partita nella quale troppo a lungo la spesa è stata ritenuta variante accessoria e non base essenziale, assieme a livelli qualitativi e offerta dei servizi, su cui basare un piano sanitario. Per questo dobbiamo mettere in rete i servizi guardando più all’interesse generale che a quelli particolari, senza campanilismi”.
E la sfida è stata raccolta dai sindaci della Granda che hanno offerto collaborazione ma anche chiesto equità, attenzione al territorio e soprattutto compartecipazione alle scelte, affinchè i tagli, se proprio ci dovranno essere, siano proporzionati e tengano conto dei bisogni della popolazione locale. Al dibattito sono interventi, tra i tanti sindaci presenti, i primi cittadini di Fossano, Cuneo, Caraglio, Boves, Savigliano, Saluzzo e Ceva.