Partorire in sicurezza e senza dolore, Gancia: “Nei confronti dell’analgesia peridurale informazione ancora insufficiente e pregiudizi culturali da superare”

La presidente Gancia e l'assessora Mantini

A Mondovì la terza tappa degli incontri con la popolazione promossi dalla Provincia. Moderatrice l’assessora alle Pari opportunità Anna Mantini

Cuneo Sicurezza ed eliminazione della sofferenza sono stati argomenti comuni a tutti gli interventi che hanno caratterizzato il convegno sul parto indolore promosso, giovedì 5 luglio, a Mondovì, dalla Provincia di Cuneo in collaborazione con Regione Piemonte, Comune, Associazioni Donne per la Granda, Fidapa, Soroptimist e Zonta Club.

L’appuntamento nel Monregalese, terzo dopo le tappe a Saluzzo ed Alba, aveva il duplice scopo di sensibilizzare opinione pubblica ed operatori sull’argomento, stimolando Regione e Governo a sostenere la pratica dell’analgesia peridurale negli ospedali della Granda.

“Nei confronti di questa metodologia esiste un pregiudizio culturale, legato alla tradizione – ha spiegato la presidente della Provincia, Gianna Gancia, in apertura di incontro –, che va superato. Penso alla frase biblica partorirai con dolore riferita alla donna. L’obiettivo è, quindi, accrescere la conoscenza dell’opinione pubblica, perché attraverso una maggiore informazione passa una scelta libera e davvero consapevole. Ma vogliamo anche dare la parola ai medici, che ringrazio per il loro contributo, in particolare a quanti già attuano questo servizio”.

L’assessora provinciale alle Pari Opportunità, Anna Mantini, promuove da tempo la campagna di sensibilizzazione su questo argomento. A lei il compito di moderare la serata: “Questo appuntamento – ha dichiarato – prosegue un progetto avviato dalla Provincia nel 2006. Alla base dell’ancora scarsa pratica di questa procedura c’è, certamente, un’insufficiente informazione. Oltre a motivi di carattere economico-organizzativo. Attualmente in Italia solo il 16% dei parti vengono effettuati con analgesia peridurale, mentre in Francia e in Gran Bretagna la pratica è utilizzata dal 70% delle partorienti. In Piemonte pochissime sono le strutture in grado di offrire questo servizio, nella provincia di Cuneo solo l’ospedale del capoluogo al momento è operativo”.

In sala anche l’assessore provinciale al Lavoro e Turismo, Pietro Blengini, e l’onorevole Giovanna Tealdi. Ai saluti istituzionali a cura del presidente del Consiglio comunale di Mondovì, Ignazio Aimo, del direttore sanitario dell’Asl Cn1, Gloria Chiozza, e del consigliere regionale Giovanni Negro che ha assicurato l’attenzione e l’impegno della Regione sul progetto, sono seguiti gli interventi. Nell’ordine, hanno parlato per l’Ospedale di Mondovì Giovanni Viglietti, primario della struttura complessa di Anestesia, che si è soffermato su “percorsi assistenziali in grado di mettere al centro il paziente ed assicurare una migliore integrazione tra ospedali e territorio grazie alla costituzione di una vera e propria rete tra strutture”. Luciano Galletto, primario di Ostetricia e Ginecologia: “Valuteremo l’opportunità di estendere il servizio anche a Mondovì. Siamo oggi concentrati sulla sicurezza dei pazienti che deve essere prioritaria. Sottolineo la virtuosità degli operatori cuneesi con una media di parti cesarei inferiore al dato nazionale”. Rosalba Giacchello, medico di Ostetricia e Ginecologia, ha ricordato “il lavoro svolto dalle ostetriche e l’assistenza costante offerta alle donne al momento del parto che, spesso, riduce la richiesta di analgesia”.

La serata è proseguita con un’analisi medica e psicologica della metodologia a cura dell’equipe del Santa Croce di Cuneo. L’anestesista in sala operatoria e ostetricia toglie il dolore e aumenta la sicurezza di mamma e bambino, oltre alla tranquillità degli operatori: questo, in sintesi, l’esperienza dell’ospedale del capoluogo provinciale esposta da: Giuseppe Cornara, direttore di Anestesia e Rianimazione; Maria Assunta Bruno, dirigente medico di Anestesia e Rianimazione, responsabile del progetto “Analgesia del parto”; Maura Anfossi, psicologa, psicoterapeuta, consulente del Dipartimento materno infantile; l’ostetrica Giulia Simarco; Luigi Spagna, direttore di Ostetricia e Ginecologia; Antonio Guelfi, dirigente medico responsabile reparto di Ostetricia. A chiudere la testimonianza di alcune mamme.

“Partorire in sicurezza e senza dolore – hanno detto la presidente Gancia e l’assessora Mantini – è una conquista per le donne e crediamo che le istituzioni debbano garantire la possibilità di scegliere questa metodologia ancora poco praticata in Piemonte. Significativo il raffronto con la pratica del parto cesareo nettamente superiore in Italia, con una media del 40%, rispetto al resto d’Europa dove non si supera il 15%. In Regione Campania il ricorso alla chirurgia si attesta sul 62%, in Sicilia sul 53%, a Bolzano al 23%, in Piemonte riguarda circa il 26% delle partorienti”.

Alcune immagini della serata:

Potrebbero interessarti anche...