Gancia sull’abolizione delle Province: “Solo fumo negli occhi”.
Il Consiglio provinciale ha approvato a maggioranza un ordine del giorno per il mantenimento
Cuneo ” Non credo di dover aggiungere molte parole al tanto fumo e pasticcio che Lorsignori i Tecnici hanno fatto in queste settimane sull’abolizione delle province. Ribadisco ancora che mai, né in passato, né oggi, ho sposato o condiviso posizioni di retroguardia o di difesa corporativa dello status quo, nemmeno sulle questioni che mi e ci riguardano in prima persona. (…) Grave non era (e non è) sopprimere le province. Questa è una scelta, che si può condividere o meno. Grave, gravissimo è che si sia pensato di arrivarci attraverso la decadenza immediata degli eletti, qualcosa di abominevole, che trova un precedente soltanto nel periodo funesto del Ventennio fascista. Da qui la mia indignazione, di cittadina prima ancora che di presidente pro tempore della Provincia di Cuneo. Da qui le ragioni di un grido d’allarme che ho ritenuto di lanciare con forza, visto che in gioco era non qualche poltrona, ma la democrazia. E la Costituzione. Non poteva non inquietare il calpestamento delle regole basilari della nostra società, il calpestamento della Costituzione. (…) Resta il testo in queste ore all’esame della Camera, fortemente confuso, contraddittorio, pasticciato, di pressoché nessuna possibilità d’attuazione. Fumo negli occhi. Ma di troppo fumo negli occhi il rischio di essere intossicati è forte e grave”.
Così la presidente della Provincia Gianna Gancia ha esordito in apertura del Consiglio provinciale di lunedì 12 dicembre chiamato ad approvare un ordine del giorno per il mantenimento del ruolo istituzionale delle Province, votato a maggioranza con 19 sì, 2 no (Fabio Di Stefano e Erio Ambrosino) e 1 astenuto (Gianfranco Dogliani).
“Che questo nostro sistema-Paese meriti d’essere fortemente semplificato – ha continuato la presidente Gancia – è sotto gli occhi di tutto ed è qualcosa in cui mi riconosco fin dal primo giorno del mio impegno politico. Bisogna semplificare tutto, nessuno escluso. Neppure le province. Tutti compresi, a partire dalle decine di enti intermedi che sono proliferati tra i Comuni e le Regione in questi ultimi decenni”.
La Gancia ha poi ricordato dati già diffusi in altre occasioni in merito alle 4.221 poltrone e cariche istituzionali in Piemonte per Atc, Consorzi rifiuti, Atl, Enoteche, Consorzi socio-assitenziali, Gal, Bim, Società partecipate, Comunità montane, Enti Parco, Fondazioni varie. Facendo riferimento alla decisione del decreto ministeriale di sottrarre alla Provincia la fonte d’entrata dell’addizionale sull’energia elettrica, equivalente a 8 milioni di euro per esercizio, ha detto:
“E’ un esproprio, qualcosa che, dal punto di vista qualitativo, sempre più mette a rischio l’autonomia della Granda, in controtendenza assoluta rispetto ad ogni indirizzo federalista. Con fatica, molta fatica ci siamo fatti carico delle vicende di questi anni, governando una crisi che ha avuto riflessi sulle entrate e fronteggiando manovre che hanno inciso a loro volta sui trasferimenti nazionali e regionali. L’abbiamo fatto spesso in solitudine, spesso non capiti, quando – per primi e prima ancora che il legislatore in qualche modo ce lo ordinasse – abbiamo ritenuto di dismettere partecipazioni societarie, quando abbiamo avviato politiche di contenimento della spesa che, qualora fossero state seguite da tutte le amministrazioni pubbliche in Italia, avrebbero determinato risparmi ben superiori ai saldi di tutte le manovre del 2011, tant’è che, a titolo esemplificativo, il personale della Provincia è sceso dagli oltre 860 dipendenti agli attuali 715 negli ultimi cinque anni, mentre l’indebitamento è calato dal picco di 191 milioni del 2009 agli attuali 178 milioni. Abbiamo cercato di garantire l’erogazione dei servizi ottimizzando la spesa. E senza mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, tant’è che siamo oggi la provincia fiscalmente più competitiva dell’intero Piemonte”.
L’ordine del giorno approvato ripercorre la storia della Provincia di Cuneo nata nel 1860 dall’unione di quattro circondari (Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo), della sua tradizione, di uomini politici, scienziati e studiosi di rilievo nazionale, di opere realizzate in pochi anni (ferrovie, nuove strade, scuole). Fa riferimento alle normative e alla Costituzione che ne riconoscono l’autonomia e le funzioni amministrative ed invita il Parlamento ad approvare la legge di riordino delle autonomie locali che ne definisca i ruoli, le funzioni e le modalità di finanziamento al fine di non pregiudicare l’effettiva erogazione di servizi alla popolazione.
Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Patrizia Manassero (Pd-Impegno civico), Marco Perosino (Pdl); Roberto Nizza (Lista Costa); Paolo Demarchi (Lega Nord); Fiorenzo Prever (Pdl); Giovanni Negro (Udc); Erio Ambrosino (Pd-Impegno civico); Marco Pedussia (Pdl); Pio Giverso (Pd-Impegno civico); Fabio Di Stefano (Idv); Piermario Giordano (Lega Nord); Angelo Rosso (Udc) e l’assessore Roberto Russo.
Gianna Gancia vedrà domani 13 dicembre a Torino, insieme ai colleghi presidenti delle Province piemontesi, il presidente della Regione Roberto Cota.
“Il grido d’allarme che mi sento in dovere di lanciare sarà questo: in gioco non ci sono più, parrebbe, le cariche degli eletti. C’è però l’erogazione stessa dei servizi: lo sgombero della neve dalle strade, il riscaldamento delle scuole superiori, per intenderci. (…) Questo Paese ha sicuramente bisogno di riforme, ora più che mai. Le si faccia una volta per tutte. Ma per tutti”.
Testo integrale intervento Gancia
Ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale