In vendita 7 società partecipate della Provincia
Gianna Gancia e Giuseppe Rossetto: “Prosegue l’iniziativa della Giunta. Negli ultimi anni via da altri 9 enti: entrate pari a 1,1 milioni e cento incarichi in meno”
Cuneo “Prosegue l’iniziativa di razionalizzazione delle partecipazioni dell’Ente, in linea con il mandato ricevuto dagli elettori”: il presidente della Provincia Gianna Gancia, annuncia, assieme al vice presidente Giuseppe Rossetto, la decisa dismissione di 7 società partecipate.
Sul sito della Provincia (sezione Affari generali; link: http://www2.provincia.cuneo.it/procedure-gara/aste-immobiliari) è stato pubblicato l’avviso pubblico per la cessione delle partecipazioni detenute dalla Provincia nelle società Calso (valore base d’asta 898 mila euro), Creso (valore base d’asta 77.033 euro), Miac (472.173 euro), Autostrada Albenga Garessio Ceva (685.795 euro), Agenzia di Pollenzo (471.636 euro), Finpiemonte partecipazioni (41.559 euro) e Finpiemonte spa (16.817 euro). Le offerte dovranno pervenire alla Provincia, settore Presidenza, entro le 12 del 7 ottobre 2011.
La precedente delibera del Consiglio provinciale del novembre 2010 aveva dichiarato il carattere strategico di Azienda turistica locale del cuneese, Ente turismo Alba, Bra, Langhe e Roero, Geac, Acquedotto Langhe e Alpi cuneesi. Negli ultimi anni la Provincia ha liquidato o dismesso le seguenti partecipate: Acque Granda, Agengranda, Sitraci, Fingranda, Infotur, Sofagra, Cresam, Solidargranda, Verdevivo. Un processo di semplificazione che ha portato l’Ente ad incassare oltre 1.100.000 euro e ad uscire da enti i cui organi societari (cda e collegi sindacali) si componevano di circa 100 membri.
“La Provincia – concludono Gancia e Rossetto – è uscita da nove società portando avanti un’opera di semplificazione e di risparmio per i cittadini ed i contribuenti che ha riguardato un centinaio di poltrone e consentito entrate virtuose per l’Ente. Si tratta di società, quelle dismesse e quelle in via di dismissione, che hanno prospettive di sviluppo ed attività significative, ma in cui il Consiglio provinciale ha ritenuto non essenziale la presenza della Provincia in quanto socio. D’altronde gli enti locali devono svolgere le loro competenze fondamentali senza intromissioni non giustificate nel settore economico-produttivo. Da qui la scelta di andare sul mercato”.