I Prof del Sud davanti a quelli della Granda. Gancia: “Sono tutti più bravi dei nostri?”
Intervento del presidente della Provincia Gianna Gancia
Cuneo “In questi mesi ho incontrato decine di docenti precari. Ragazzi freschi di laurea ma anche, la maggior parte, giovani con più di dieci anni d’impegno nella scuola. Anni e decenni d’incarichi a tempo determinato. Anni e decenni a rincorrere un traguardo. Che non arriva mai. Perché qualche furbo è partito dopo ma arriva prima. Barando. Questa è la verità. Docenti precari: che brutta espressione! Precario non è chi insegna. Precario, per non dire in condizioni comatose, è un Paese in cui sono saltate le regole, perfino quelle della civile convivenza e della concorrenza leale.
Niente di civile nella proliferazione di candidati, prevalentemente dal Sud, 2.475 in Piemonte di cui 458 nella Granda, che scavalcano chi da noi, come si diceva una volta, ha fatto gavetta. Una gavetta di studi seri, impegnativi. D’incarichi d’insegnamento a tempo, una settimana, due, un mese, un trimestre… Per anni. Per poi vedersi sorpassato da candidati che hanno maturato punteggi quanto meno dubbi, altrove.
Altrove, al Sud, e non lo scopro io, proliferano falsi invalidi e abusi sulla Legge 104, quella che disciplina l’assistenza. Abusi che si traducono in corsie privilegiate e strade in discesa. Altrove, al Sud, sono le forze dell’ordine ad aver scoperto il fenomeno diffuso di scuole che moltiplicano le cattedre per moltiplicare i punteggi. Scuole che, a volte, manco esistono. Altrove, al Sud, ci sono province nei quali i punteggi sono stati gonfiati perfino forzando la legge, perfino sommando titoli che non si potevano sommare.
Al Capo dello Stato, che deve vigilare sull’applicazione del dettato costituzionale e sull’unità nazionale, mi sento in dovere d’appellarmi. Perché che unità è mai questa nostra che si fonda su privilegi e non su diritti? Che unità è mai questa nostra tra figli e figliastri, e non tra cittadini con pari diritti?”