Mondovì ha celebrato l’80 anniversario della battaglia di Nowo Postojalowka

Quattro giorni di manifestazioni per non dimenticare i lsacrificio degli Alpini nella Campagna di Russia

Le autorità alla manifestazione di Mondovì

Cuneo – “A Nowo Postojalowka i nostri Alpini, figli delle campagne e delle montagne cuneesi, difesero l’onore del nostro Paese pagando un tributo di sangue altissimo in quella battaglia durata oltre trenta ore con quasi cinquemila caduti degli oltre tredicimila morti dell’intera Divisione “Cuneense”. I pochissimi che sono tornati a casa lo hanno fatto grazie al sacrificio di molti altri, rimasti laggiù. Per questo i reduci non li hanno mai dimenticati e ci hanno insegnato a tenere vivo lo spirito di appartenenza al Corpo degli Alpini che anche oggi, in tempo di pace, ci testimonia altruismo e dedizione”.

E’ un passaggio dell’intervento che il presidente della Provincia e sindaco di Mondovì Luca Robaldo ha fatto domenica 22 gennaio in occasione delle celebrazioni ufficiali in ricordo della tragedia di Russia a 80 anni di distanza dalla tragica battaglia di Nowo Postolajowka, avvenuta il 19 e 20 gennaio 1943.

Alla manifestazione, organizzata dall’Ana Mondovì e articolata in molti appuntamenti dal 19 al 22 gennaio, hanno partecipato anche il presidente nazionale Ana Sebastiano Favero, il comandante delle truppe alpine Generale di Corpo d’Armata Ignazio Gamba, il presidente di sezione Ana Mondovì Armando Camperi, il vice presidente della Regione Fabio Carosso, parlamentari, il consigliere provinciale Pietro Danna e molti sindaci della Granda. Non esiste quasi, infatti, famiglia monregalese o cuneese che in Russia non abbia perso un proprio caro, caduto o disperso.

La sezione Ana monregalese ha accolto le delegazioni nazionali, regionali e quelle delle altre tre sezioni di Cuneo, Ceva e Saluzzo che a turno, ormai da vent’anni, ospitano la manifestazione in memoria di quello che fu ritenuto il più rilevante scontro armato, per reparti impegnati e per numero di caduti, fra le divisioni italiane alpine in ritirata e l’Armata Rossa, dietro le linee del Don.

La Divisione Alpina Cuneense lasciò la Granda alla volta del fronte russo dalla stazione di Borgo Gesso di Cuneo il 26 luglio del 1942. I primi a partire furono ragazzi, alpini, leva 1911-1922: il 1° reggimento era formato dai battaglioni Mondovì, Ceva e Pieve di Teco, il secondo da Borgo San Dalmazzo, Dronero e Saluzzo. Affrontarono un viaggio pesante per raggiungere la steppa russa dove, dopo pochi mesi, furono quasi tutti sterminati. In particolare, nel durissimo scontro di Nowo    Postojalowka, vennero praticamente annientati i battaglioni alpini Saluzzo, Ceva, Borgo San Dalmazzo, Dronero e Mondovì.

“Le penne nere – ha concluso Robaldo – sono l’orgoglio del popolo piemontese, del popolo italiano che ci viene riconosciuto in tutto il mondo. Come dicono gli amici Alpini del battaglione “Mondovì”, “Munduì Ardì”, essere alpino è un valore, è un qualcosa che riempie la vita di un uomo… e agli Alpini vengono riconosciute altissime qualità morali come la lealtà, la generosità, la solidarietà. L’insegnamento alpino è quindi quanto mai attuale ed è importante che venga tramandato da padre in figlio”.

Carla Vallauri – Ufficio Stampa Provincia di Cuneo

Alcune immagini della manifestazione

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