Brossasco entra a far parte dell’area di tutela delle minoranze linguistiche storiche

Dell’area fanno parte, con Brossasco, 72 Comuni della Granda. L’occitano potrà essere usato in ambito scolastico, per atti amministrativi, toponomastica, scritte al pubblico e mezzi di comunicazione.

Brossasco (foto archivio Provincia)

Cuneo – Brossasco entra nell’area dei Comuni a tutela della minoranze linguistiche storiche e in particolare della lingua occitana. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio provinciale di lunedì 8 marzo approvando l’ampliamento dell’ambito territoriale di applicazione della legge 482 del 1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”. L’argomento è stato  introdotto dalla consigliera provinciale delegata alla Cultura, Rosita Serra e poi illustrato, per la parte tecnica, dalla funzionaria provinciale Marina Marengo. Il Comune di Brossasco in valle Varaita ha deciso, con delibera del dicembre 2020, di poter entrare nell’area di tutela sul territorio alla minoranza della lingua occitana e ne ha fatto richiesta alla Provincia in quanto ente competente sulla base della citata legge che tutela la lingua ela  cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano ed il sardo per un totale di 12 lingue minoritarie storiche riconosciute. Le lingue e le culture proprie delle popolazioni alle quali è riconosciuta la dignità di “minoranze linguistiche storiche” sono uno strumento di comunicazione, scambio e arricchimento e sono patrimonio di ogni comunità che va preservato e tutelato per lo sviluppo civile, sociale ed economico di parte del territorio provinciale interessato, anche come base per una reale rinascita economica.

Che cosa cambierà per Brossasco? La legge 482/99 prevede, tra l’altro, che le lingue delle minoranze linguistiche storiche riconosciute possano essere utilizzate all’interno delle attività scolastiche (scuole elementari e secondarie di primo grado), nelle attività delle amministrazioni e delle istituzioni locali (atti amministrativi, toponomastica, sportelli per cittadini, scritte rivolte al pubblico anche in lingua occitana), nonché dai mezzi di comunicazione come giornali, radio e televisioni. Il Comune di Brossasco potrà anche richiedere specifici fondi di finanziamento per iniziative di identità culturale, storica e territoriale e per un processo di integrazione europea e di rinascita economica del territorio.

Dell’area di tutela della lingua occitana fanno parte, con Brossasco, 72 Comuni della Granda: Acceglio; Aisone; Argentera; Barge; Bellino; Bernezzo; Borgo San Dalmazzo; Boves; Briga Alta; Brondello; Brossasco; Canosio; Caraglio; Cartignano; Casteldelfino; Castelmagno; Celle di Macra; Cervasca; Chiusa di Pesio; Crissolo; Demonte; Dronero; Elva; Entracque; Envie; Frabosa Soprana; Frabosa Sottana; Frassino; Gaiola; Gambasca; Isasca; Limone Piemonte; Macra; Marmora; Melle; Moiola; Montemale; Monterosso Grana; Oncino; Ormea; Ostana; Paesana; Pagno; Peveragno; Pontechianale; Pietraporzio; Pradleves; Prazzo; Revello; Rittana; Roaschia; Robilante; Roburent; Roccabruna; Roccaforte Mondovì; Roccasparvera; Roccavione; Saluzzo (a seguito fusione per incorporazione del Comune di Castellar nel Comune di Saluzzo); San Damiano Macra; Sanfront; Sambuco; Sampeyre; Stroppo; Valdieri; Valgrana; Valmala; Valloriate; Venasca; Vernante; Vignolo; Villanova Mondovì; Villar San Costanzo; Vinadio. Il documento sarà trasmesso alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al ministero per lo Sviluppo Economico, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla Rai, alla Prefettura, alla Regione Piemonte e allo stesso Comune di Brossasco.

Carla Vallauri – Uff. Stampa Provincia

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