“Dalle foibe all’esodo”, riflessione sulle tragedie di ieri e di oggi
Affollatissima conferenza in Provincia a Cuneo con lo storico Gianni Oliva
Cuneo – “Che cos’è la pace l’abbiamo imparato dalle nostre famiglie che hanno fatto la guerra, che cos’è la libertà l’abbiamo imparato da chi l’aveva persa, che cos’è il benessere in cui oggi viviamo l’abbiamo imparato da chi ha conosciuto la fame. La storia non ci assicura che queste cose non capiteranno più. Per questo dobbiamo capire perché sono accadute, senza nasconderci dietro ai silenzi e assumendoci le nostre responsabilità in tutti gli ambiti in cui viviamo”.
Così, lo storico torinese Gianni Oliva, politico, saggista e giornalista, ha concluso la sua applaudita conferenza venerdì 19 febbraio al Centro Incontri della Provincia sul tema “Dalle foibe all’esodo: la tragedia negata del confine nord-orientale”, in occasione del Giorno del Ricordo che commemora le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. L’iniziativa è stata voluta dal consigliere delegato alla Cultura della Provincia di Cuneo Milva Rinaudo in collaborazione con la Città di Cuneo e l’Istituto Storico per la Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo. Presenti al tavolo anche l’assessore comunale alla Cultura, Alessandro Spedale e il direttore dell’Istituto della Resistenza, Michele Calandri. Nella sala gremita di studenti erano rappresentati i Licei Classico e Scientifico, l’Istituto Magistrale, l’Istituto Tecnico Commerciale Bonelli, l’Istituto Agrario Virginio e l’Ipsia Grandis di Cuneo.
“Abbiamo invitato uno dei massimi esperti in materia – ha detto il consigliere Rinaudo – perché ci parli di vicende storiche tragiche eppure poco conosciute come quelle istriane, ma che hanno segnato l’evoluzione successiva della nostra società italiana. Testimonianze drammatiche da cui possiamo imparare molto anche oggi per costruire una storia fondata su valori e senso di appartenenza che guarda al futuro, soprattutto al vostro”.
Nel corso della sua approfondita relazione storica, Oliva ha parlato delle foibe e dei circa 8-10 mila italiani (i dati sono incerti) che, nell’arco di quaranta giorni dal 30 aprile a metà giugno 1945, vi trovarono la morte per mano dell’esercito titino. Ha poi allargato l’intervento parlando del drammatico esodo che molti ex italiani si trovarono ad affrontare nei mesi ed anni successivi, abbandonando le proprie terre passate sotto il governo jugoslavo. Oliva non ha evitato un’analisi storica sulle cause di quegli avvenimenti e sul perchè di queste cose, per molti anni, non si è mai parlato in Italia a causa di interessi di partito e del silenzio di Stato. Ha, infine, allargato lo sguardo sulle vicende che l’Europa si trova a vivere in questi ultimi anni, compresa la difficoltà all’integrazione di popoli diversi, all’accoglienza dei migranti e alla minaccia del terrorismo. Al termine il dibattito.
Alcune immagini dell’incontro