Iran, la resistenza contro il fondamentalismo islamico
La presidente Gancia e l’assessora Mantini alla Conferenza a Parigi del 1° marzo
Cuneo “Una società in cui le donne sono emarginate è una società più povera. Una democrazia esclusivamente al maschile è una democrazia mutilata. Siamo andate a Parigi per esprimere sostegno e solidarietà alle donne iraniane vittime di un sistema politico che ha fatto della discriminazione femminile uno dei propri fondamenti, ma anche e forse soprattutto per difendere il diritto di qualunque individuo di esprimere le proprie potenzialità, indipendentemente dal genere”.
Così la presidente della Provincia di Cuneo, Gianna Gancia, e l’assessora alle Pari Opportunità, Anna Mantini, che hanno partecipato alla Conferenza svoltasi a Parigi, sabato 1 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna. L’appuntamento declinato al femminile si è svolto alla presenza di Maryam Rajavi, Presidente eletto della Resistenza Iraniana, e di un gran numero di illustri figure politiche, sociali ed artistiche, nonché di attivisti per i diritti umani e di donne provenienti da cinque continenti e di delegazioni in rappresentanza di decine di associazioni ed organizzazioni femminili iraniane di tutta Europa e Stati Uniti.
Tema centrale della Conferenza il ruolo del regime iraniano nella diffusione del fondamentalismo islamico nella regione e in tutto il mondo. Gli oratori, preceduti da da Sarvnaz Chitsaz, Presidentessa del Comitato Femminile del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, hanno sottolineato che nella fragile situazione che circonda i paesi islamici, la questione dei diritti delle donne è stata una delle maggiori sfide ed è quella che viene sempre minacciata ed aggredita. Il sostegno al vasto fronte contro il fondamentalismo, nel quale il movimento della Resistenza Iraniana guidato da Maryam Rajavi gioca un ruolo decisivo, è perciò un’esigenza storica sia per il movimento per l’uguaglianza che per garantire la pace e la sicurezza mondiale. Le donne sono la principale forza e il dinamismo di questo fronte.
Parlando alla conferenza Maryam Rajavi ha detto: “Davvero, l’ideale di uguaglianza è vivo, ma non solo a causa della depravazione, delle umiliazioni e dell’oppressione, ma piuttosto perché una generazione di donne si è sollevata per rovesciare le dittature di Tunisia, Libia, Egitto, Yemen, Ucraina, Siria e Iraq. Donne che sono intenzionate ad abbattere la dittatura religiosa al potere in Iran”. Ed ha detto al pubblico presente: “Siate certi che alla fine queste donne oppresse rovesceranno la teocrazia al potere in Iran”. Il Presidente eletto della Resistenza ha descritto il ruolo del regime teocratico come “epicentro del fondamentalismo” ed ha affermato che la teocrazia al potere in Iran è responsabile del massacro di 140.000 persone innocenti in Siria.
Maryam Rajavi ha infine sottolineato: “Difendere le pioniere a Camp Liberty, che negli ultimi due decenni hanno avuto un ruolo unico nella lotta contro il fondamentalismo, è un dovere essenziale per il movimento per l’uguaglianza. Esse, insieme agli uomini che combattono al loro fianco, non vengono solo private dei requisiti minimi di sicurezza e protezione contro i continui attacchi missilistici, ma il complice governo iracheno le ha private dei minimi standards umanitari, sanitari e igienici”. Si è rivolta poi a tutti gli attivisiti dei movimenti femminili del mondo perché chiedano alle Nazioni Unite e al Governo degli Stati Uniti di rispettare i loro impegni per garantire la protezione dei residenti di Camp Liberty. In particolare, questi dovranno includere nella loro agenda il rilascio dei sette ostaggi di Ashraf, trai quali vi sono sei donne, e la presentazione al Consiglio di Sicurezza del dossier sul crimine contro l’umanità commesso il 1° settembre.
Oltre a Maryam Rajavi, Presidente eletto delle Resistenza Iraniana, gli altri oratori di questa conferenza sono stati: Linda Chavez, ex-Direttore delle Relazioni Pubbliche della Casa Bianca; Kim Campbell, ex-Primo Ministro del Canada; Michèle Alliot-Marie, ex-Ministro francese della Difesa, degli Affari Esteri, degli Interni e della Giustizia; Rita Süssmuth, ex-Presidente del Bundestag; Ingrid Betancourt, ex-candidata presidenziale in Colombia; Carmen Quintanilla, Presidente del Comitato Femminile del parlamento spagnolo; Edit Bauer, membro del Parlamento Europeo; Els Demol, membro del parlamento belga; la delegazione italiana con Gianna Gancia, Presidente della Provincia di Cuneo; Anna Mantini, Assessore della provincia di Cuneo ed Elisabetta Zamparutti, ex-membro del parlamento italiano; la delegazione islandese con Ragnheiður Ríkharðsdótti, presidentessa del Partito Indipendente islandese ed Ásta Ragnheiður Jóhannesdóttir, ex-portavoce del parlamento; Aude de Thuin, fondatrice del Forum Internazionale delle Donne, Naayem Al-Ajaremeh, Presidente della Commissione delle donne del parlamento Giordania; Najima Thay Thay, Rhozali, ex ministro Marocchino; Nontombi Naomi Tutu, attivista dei diritti umani dal Sud Africa; Mariane Pearl, giornalista francese e Zinat Mir-Hashemi, membro del Cnri.