La Provincia di Cuneo decorata a Roma con la medaglia d’oro al valor civile
La cerimonia si è svolta il 25 aprile al Quirinale alla presenza del Capo dello Stato. Ad inizio giugno la rievocazione dell’evento con Gustavo Zagrebelsky. Cuneo – “I popoli che non hanno memoria del proprio passato, non sono padroni del proprio futuro”. La frase, citata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel cortile d’onore del Quirinale domenica 25 aprile nel corso della cerimonia per il conferimento della medaglia d’oro al valor civile alla Provincia di Cuneo, ben sintetizza lo spirito della giornata che ha reso ufficiale onore al sacrificio compiuto da tutta la popolazione del Cuneese durante la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, durante la lotta di Liberazione. “Quei giorni ci hanno formato, non lo dimenticheremo mai: tutto ci mancava, ma eravamo liberi – ha detto Ciampi rivolgendosi, commosso, ai giovani presenti e ha aggiunto: “Affrontate con lo stesso spirito di sacrificio l’oggi e il domani, abbiate fiducia e siate entusiasti della vita, come noi allora. Questa non è una festa di reduci, ma una cerimonia di consegna a voi giovani non solo della memoria, ma dell’essenza e dell’animo di quelle giornate, dell’aria di libertà che si respirava nell’Italia finalmente libera e democratica.” Un riferimento ai valori più alti, ribadito anche dagli interventi dello storico Giorgio Spini e dai ministri della Difesa Antonio Martino e dell’Interno Giuseppe Pisanu, che la delegazione cuneese, guidata dal presidente della Provincia Giovanni Quaglia, ha dimostrato di apprezzare in modo particolare. Quella di Cuneo è stata, infatti, l’unica Provincia a ricevere domenica 25 aprile la medaglia d’oro al valor civile insieme ai Comuni di Anzio, Nettuno, Assisi e al quartiere del Quadraro di Roma, oltre a quelle alla memoria di quattro italiani, tre dei quali religiosi ed a Barletta, insignita di medaglia d’oro al valor militare. “Il conferimento della medaglia d’oro rende onore alla comunità provinciale – dice Quaglia – ed è un’attestazione per i tanti gesti di eroismo e di sacrificio sofferti dalla popolazione civile tra il ’43 e il ’45 che finora non avevano ottenuto un adeguato riconoscimento da parte dello Stato. Ancora una volta sono stati richiamati i valori della pace, giustizia sociale e solidarietà che caratterizzano la nostra gente e che stanno alla base di qualunque convivenza civile. La medaglia rafforza anche la rappresentanza della Provincia nell’intera comunità provinciale.” Con Quaglia hanno partecipato alla cerimonia romana molti assessori e consiglieri provinciali, oltre ad una quarantina di sindaci, in rappresentanza dei sette Comuni maggiori, di quelli decorati o che hanno subìto stragi significative. Nella delegazione anche tre parlamentari (Brignone, Costa e Delfino), il prefetto Francesco Avellone, il presidente dell’Istituto storico della Resistenza Livio Berardo e il vice presidente provinciale dell’Anpi Gino Borgna. Quaglia ha, infine, annunciato per l’inizio di giugno una cerimonia commemorativa dell’evento che si svolgerà nel cortile del Centro Incontri della Provincia ed a cui saranno invitati i 250 sindaci, amministratori e parlamentari. In tale occasione il vescovo di Cuneo e Fossano mons. Natalino Pescarolo benedirà la medaglia d’oro e il presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky svolgerà una riflessione sulla Costituzione e sul ruolo delle Province. La medaglia d’oro conferita alla Provincia di Cuneo va ad aggiungersi al già ricco medagliere cuneese che comprende le decorazioni al valor civile conferite a Boves, Borgo San Dalmazzo, Clavesana e Priola e quelle al valor militare di Boves, Cuneo, Alba, Castellino Tanaro, Garessio e Mondovì, oltre alle croci di guerra assegnate a Barge, Dronero, San Damiano Macra e Villanova Mondovì. Ecco di seguito la motivazione della medaglia: “Al centro delle vie di comunicazione dell’Italia settentrionale, la Comunità provinciale del Cuneese, sconvolta dall’accanita furia nemica e profondamente ferita, con eroico coraggio, indomito spirito patriottico e altissima dignità morale, partecipava alla guerra di liberazione, esponendosi alle ritorsioni delle truppe nazifasciste ed offrendo numerosi esempi di generoso spirito di solidarietà umana. Con eccezionale abnegazione e purissima fede in un’Italia migliore, libera e democratica, essa intraprendeva, poi, la difficile opera di ricostruzione, al fine di assicurare la continuità della vita civile, e in ciò manifestando elevate virtù civiche”.