La Presidente Gancia alla banca: “Niente soldi dalla Granda a Roma”
La Provincia diffida il tesoriere Unicredit dal trasferire le risorse locali alla tesoreria unica dello Stato
Cuneo “Niente soldi dalla Granda a Roma”: a parlare è la presidente delle Provincia Gianna Gancia, che ha provveduto ad avanzare una diffida ad Unicredit Banca, in qualità di affidatario del servizio di Tesoreria provinciale, come da convenzione stipulata in data 29 febbraio 2009. Il documento chiede la sospensione dei versamenti alla tesoreria statale, effetto collaterale del D.L. 1/2011, il cosiddetto decreto liberalizzazioni, al momento al vaglio della Camera ma già impugnato, per la parte (l’articolo 35) che riguarda la tesoreria unica, da molte Regioni, compreso il Piemonte.
Tutto fermo quindi, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, della conversione della nuova normativa e, comunque, in difetto di espressa autorizzazione da parte della Provincia.
Spiega Gancia: “Per i Comuni, già alle prese con le ristrettezze economiche derivanti dai tagli ai trasferimenti, si tratterebbe di un’ulteriore – grave – limitazione della possibilità di azione. Possibilità di azione che si traduce in servizi, opere pubbliche ed interventi a favore degli stessi contribuenti. E’ perciò importante guadagnare tempo, in attesa di una modifica della normativa che speriamo il legislatore voglia considerare. C’è accordo unanime sulla necessità di ridurre la spesa e personalmente, assieme all’esecutivo che mi affianca, ho provveduto nei mesi scorsi ad operare decisi tagli a quella della Provincia di Cuneo. Eppure ritengo che drenare le liquidità dei cittadini della Granda non sia scelta risolutiva in questo senso, ma, al contrario, una pericolosa violazione contro il principio dell’autonomia finanziaria degli enti locali affermato dalla stessa Costituzione”.
La diffida inviata dalla Provincia specifica, inoltre, che, “in caso di mancato rispetto delle richieste, Unicredit Banca sarà ritenuto direttamente responsabile dei danni sopportati dall’ente, ai sensi dell’articolo 211 del Decreto legislativo 267 del 2000”. Fa, quindi, esplicito riferimento al principio di leale collaborazione e alla possibile alterazione dei naturali assetti costituzionali, anche in materia di autonomia finanziaria dei livelli locali di governo. Ricorda, poi, i negozi di diritto privato intercorrenti tra Provincia ed Istituto Unicredit, vincolato dalla convenzione in essere a precisi obblighi nei confronti del soggetto delegante.
“Con l’approvazione dell’articolo 35 del DL liberalizzazioni – dice Gancia -, lo Stato s’impadronirà della gestione di quasi 10 miliardi di euro oggi nella disponibilità di comuni, province e altri enti. Finisce la stagione del mercato e dell’autonomia, ritorna quella dello statalismo e del centralismo romano. Con la catena dei pagamenti che, manco a dirlo, s’ingesserà ed allungherà ulteriormente”.