Gianna Gancia: “Più libertà di mercato fa bene a consumatori ed economia”
Il presidente della Provincia di Cuneo scrive al governatore del Piemonte sulle parafarmacie
Cuneo La possibilità per le “parafarmacie” di effettuare attività di autodiagnosi, come la misurazione di colesterolo o glicemia: la richiesta portata all’attenzione del governatore Roberto Cota, avrebbe, secondo il presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia, un duplice risultato. “Senza nulla togliere alla presenza di operatori scientificamente qualificati, fornirebbe infatti – dichiara Gancia – un’opportunità in più ad un settore che, negli ultimi anni, ha creato occupazione e fornito servizi adeguati, garantendo, al contempo, la prosecuzione della politica di liberalizzazione del mercato. Credo che quella della Regione potrebbe essere una scelta di buongoverno, perfino in stile einaudiano: ne ho parlato con il presidente Cota che ha preso a cuore la questione”.
La sollecitazione nasce dal recente incontro del presidente Gancia con una rappresentanza delle parafarmacie attive in provincia di Cuneo ed evolve, sostanzialmente, nella richiesta di modifica del dettato della deliberazione della Giunta regionale 22-2882 del 2 maggio 2001, riportante “Impiego di apparecchi di autodiagnostica rapida finalizzata al rilevamento di prima istanza nelle farmacie aperte al pubblico”. “Mi sono state segnalate – spiega il presidente Gancia – le forti restrizioni discendenti dalla normativa in vigore. Nella fattispecie, il problema discende dal punto primo della deliberazione, laddove si statuisce che nelle farmacie aperte al pubblico è consentito l’impiego di apparecchi di autodiagnostica. Tale formulazione, di fatto, si traduce in una preclusione per le parafarmacie”.
Parafarmacie la cui nascita risale al 2006 ed è, dunque, posteriore alla normativa regionale in vigore. “La liberalizzazione del settore – conclude Gancia – ha fatto bene alle tasche dei consumatori, incentivando la concorrenza e il rinnovamento. In linea con quanto già attuato in altre regioni, come la Lombardia, sarebbe ora opportuna una rimodulazione del dettato normativo, subordinando l’impiego di autodiagnostica unicamente alla presenza di un farmacista, a garanzia della professionalità di chi gestisce l’attività. Per questo mi rivolgo al governatore del Piemonte, sottoponendogli una problematica la cui soluzione potrebbe garantire indubbi benefici al territorio”.