Approvato il Piano d’ambito, ma rinviata la decisione per la gestione dell’acqua
Giovedì 8 marzo via libera al Piano d’ambito, ma per la gestione dell’acqua pubblica bisognerà aspettare l’assemblea del 28 marzo
Cuneo – Anche se è arrivato il via libera al Piano d’ambito dell’acqua, non c’è ancora la decisione finale dei sindaci sulla scelta della società che dovrà gestire l’acqua pubblica per i prossimi decenni. Si dovrà decidere entro fine mese e la nuova assemblea degli enti costituenti dell’Ato 4 Cuneese è stata fissata per il 28 marzo.
Giovedì 8 marzo in Provincia a Cuneo è stato un pomeriggio intenso: alle 15 si è svolta in Sala Giolitti la Conferenza d’ambito che ha approvato il Piano d’ambito e alle 17 l’Assemblea dei sindaci che ha rinviato al 28 marzo la decisione sulla gestione. Il Piano d’ambito approvato prevede per i prossimi trent’anni oltre 2,2 miliardi di euro di ricavi fino al 2048 con 722 milioni di euro di investimenti (il doppio rispetto al passato con una tariffa che non aumenterà più del 23% al netto dell’inflazione). Hanno votato a favore 18 dei 23 componenti (1 assente) della Conferenza d’ambito in rappresentanza dell’82,69% degli aventi diritto, si sono astenuti i 4 rappresentanti del Saviglianese, Roero, Alta Langa e Unione montana Monte Regale (pari al 14,62%). Un passo importante a cui si è arrivati dopo una lunga fase di consultazione ed il recepimento di molte osservazioni, oltre all’ottenimento della certificazione della sostenibilità economica e ambientale, come hanno spiegato i tecnici. Il commento di Bruna Sibille, presidente della Conferenza: “Un Piano d’ambito d’avanguardia di cui andiamo orgogliosi. Più investimenti, migliore manutenzione, maggiori sicurezze di continuità e qualità dell’acqua nelle nostre case. Sono molto contenta, dopo tanto lavoro ce l’abbiamo fatta”. “Un Piano ambizioso – ha aggiunto il presidente della Provincia Federico Borgna – che ha una visione ampia per il futuro, con investimenti importanti e che fa fare un passo avanti alla nostra provincia”.
L’assemblea degli enti costituenti l’Ato 4 Cuneese, cioè i 250 sindaci della Granda, presidente della Provincia e presidenti delle Unioni montane (presenti in 169 pari al 77%) era chiamata, invece, in Sala Einaudi a dare un parere all’Autorità sulla scelta della società di gestione dell’acqua pubblica. Già nel 2015 i sindaci si erano espressi a favore di una sola società provinciale, o tutta pubblica o a maggioranza pubblica. Il rinvio è stato deciso per avere il tempo di ricomporre alcune posizioni ancora distanti e puntare su una soluzione la più condivisa possibile, passando dalla dozzina di gestori di oggi a uno solo. “Qualunque sia la scelta, cioè società unica pubblica, privata o mista – hanno spiegato i tecnici dell’Autorità – si tratta comunque di tre scenari sostenibili economicamente e socialmente perché l’acqua è un bene monopolio regolato dallo Stato con una gestione a ricavi garantiti e investimenti coperti dalle bollette”. E’ stato anche spiegato che le tariffe nella Granda resteranno diverse nei prossimi anni per poi uniformarsi dal 2022 in poi in una tariffa unica, calcolata in media a 1,95 euro a metro cubo di acqua.
La presidente dell’Autorità Sibille ha ricordato che lo scopo finale è quello di mantenere la buona efficienza del servizio e nel contempo individuare la forma migliore di gestione poiché si tratta di un servizio troppo importante per il territorio. Il presidente Borgna, il sindaco di Alba Maurizio Marello, il vicesindaco di Fossano Vincenzo Paglialonga hanno difeso la scelta di una sola società pubblica di proprietà dei Comuni. Delusi gli attivisti del comitato Acqua bene comune che dal 2011 si battono per una gestione tutta pubblica e che aspettavano la decisione finale.
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