A rischio la chiusura di tutti i servizi della Provincia, la protesta dei lavoratori
Corteo di protesta e occupazione della Provincia da parte dei lavoratori. Il presidente Borgna: “Siamo qui per difendere i servizi ai cittadini e dire no ai tagli indiscriminati”.
Cuneo Dopo l’approvazione della legge di stabilità, che prevede i tagli indiscriminati a risorse e personale dipendente, si fa sempre più concreto il rischio di chiusura di tutti i servizi elargiti dalla Provincia, a cominciare dallo sgombero neve lungo le strade provinciali, ma anche il riscaldamento e la manutenzione delle scuole, trasporti, protezione civile, formazione professionale, lavoro, centri per l’impiego e molto altro.
Per spiegarlo ai cittadini e alle autorità martedì 23 dicembre sono scesi in piazza i lavoratori della Provincia in un corteo di protesta che ha raggiunto la sede della Prefettura dove è stato consegnato un documento di protesta al prefetto Giovanni Russo. Ad aprire il corteo, accanto ai dipendenti e alle rappresentanze sindacali, anche il presidente della Provincia Federico Borgna con alcuni consiglieri provinciali, oltre ai sindaci e vice sindaci con la fascia tricolore di Costigliole Saluzzo, Canosio, Pradleves, Cervasca, Valgrana, Cigliè e Peveragno in rappresentanza dei Comuni, tra i primi a subire i prossimi disservizi provinciali.
“Siamo qui per difendere i servizi ai cittadini – ha detto Borgna – e per dire il nostro no a tagli indiscriminati che metteranno in grave difficoltà la popolazione e le imprese della Granda. Siamo anche preoccupati per il futuro lavorativo dei dipendenti che oggi protestano contro decisioni prese dall’alto che non tengono conto della situazione reale del Paese”.
L’assemblea dei lavoratori che si è svolta ieri (lunedì 22 dicembre ndr) ha deciso la mobilitazione e un’occupazione virtuale del palazzo di corso Nizza. Con lo striscione “Provincia di Cuneo pre…occupata: a Roma 15 milioni di tasse, a Cuneo strade disastrate e scuole al freddo” e tanti cartelli di protesta, i dipendenti hanno voluto far sentire la loro voce e soprattutto informare la cittadinanza sui servizi che verranno a mancare dal 1° gennaio 2015.
Di seguito il testo integrale della lettera aperta ai cittadini che i lavoratori hanno consegnato al prefetto Giovanni Russo.
“La legge di stabilità obbliga le Province a sostenere una minore spesa. Questo si traduce in un proporzionale taglio dei servizi erogati ai cittadini. La manipolazione informativa ha comportato l’incomprensione di quanto sta avvenendo, creando avversione nell’opinione pubblica e facendo credere che i lavoratori provinciali stiano esclusivamente difendendo dei loro privilegi. In realtà noi siamo prima di tutto cittadini interessati a difendere servizi essenziali per la popolazione.
La Provincia ogni giorno assicura la gestione delle strade provinciali, l’aiuto per la ricerca del lavoro e la formazione professionale, il servizio di Protezione Civile, la manutenzione degli edifici delle scuole superiori, la gestione dei finanziamenti europei, le valutazioni di impatto ambientale, la tutela delle risorse idriche, la tutela delle risorse ambientali, la pianificazione del territorio e molto altro ancora.
La spesa pubblica, per effetto dell’intervento normativo sulle Province non diminuirà, ma, al contrario, aumenterà. La manovra finanziaria non apporta alcun beneficio per i cittadini che dovranno continuare a pagare le stesse tasse di prima. L’imposizione fiscale rimarrà invariata e a rimetterci, ancora una volta, sarà il cittadino che rischia di perdere gran parte dei servizi finora erogati. Oltre un terzo delle entrate delle Province andranno a finanziare le entrate del bilancio dello Stato e verranno slegate dai territori di provenienza. A seguito dei “tagli forfettari e lineari” introdotti dalla Legge di Stabilità le Province stanno andando verso l’annunciata “bancarotta”.
Con la messa in mobilità di oltre 20.000 lavoratori pubblici la dignità del lavoro e le professionalità presenti nelle Province vengono così per Legge di colpo cancellate. La rivoluzione organizzativa applicata alle Province non produrrà risparmi di sorta. Le Regioni o i Comuni chiamati a subentrare alle Province nello svolgimento delle loro funzioni, dovrebbero esercitarle senza peraltro contare sulle necessarie risorse professionali, economiche e finanziarie. Salvaguardare la Provincia e quanti vi lavorano significa garantire a tutti, e non solo ai dipendenti, migliori prospettive di vita e di lavoro”.