Consiglio provinciale, approvato ordine del giorno su trasporto pubblico e ferrovie
Nella seduta di lunedì 2 luglio discussa anche un’interpellanza sull’Alpitour
Cuneo Trasporto pubblico e ferrovie sono stati al centro dell’ordine del giorno promosso dal gruppo Pd-Impegno civico ed illustrato dalla consigliera Patrizia Manassero, nel corso della seduta del Consiglio provinciale di lunedì 2 luglio. Il documento, emendato dall’assemblea e approvato all’unanimità, impegna presidente e Giunta “a continuare il confronto con l’assessore regionale e a portare nelle competenti commissioni consiliari le analisi realtive alle fasi della sperimentazione in corso, auspicando il coinvolgimento del territorio”.
Al dibattito hanno preso parte i consiglieri Fabio Distefano (Idv), Riccardo Cravero (Pdl), Mino Taricco (Pd-Impegno civico) e Paolo Demarchi (Lega Nord). “In materia di trasporto su gomma – ha concluso l’assessore Roberto Russo – la Provincia di Cuneo ha già attuato una razionalizzazione nei mesi scorsi, pur in assenza di specifiche richieste. Il settore presentava degli sprechi e un’amministrazione cosciente ha l’obbligo di intervenire. In questo modo sono state recuperate risorse poi reinvestite sulle porzioni di territorio che presentano carenze. Sul fronte ferroviario ricordo l’impegno messo in campo per il mantenimento della linea Cuneo-Ventimiglia”.
Sul tavolo anche la vertenza dei lavoratori Alpitour, argomento di un’interpellanza promossa dal gruppo Pd-Impegno civico e dettagliata dalla consigliera Manassero. La risposta dell’assessore al Lavoro, Pietro Blengini, che ha aggiornato l’assemblea sullo stato della contrattazione: “L’azienda sta attraversando le varie fasi di confronto locali. Dopo le rassicurazioni sul mantenimento di un presidio a Cuneo, il recente incontro tra le parti ha visto tramontare la soluzione per il reperimento di una sede offerta dal nuovo sindaco di Cuneo che aveva proposto la caserma Piglione. Ipotesi superata dall’entità del presidio che la proprietà ha dichiarato di voler mantenere nel capoluogo provinciale, pari al 5% dell’organico, ovvero circa 15 unità”.