Inizio della seduta dedicato alla Giornata del Ricordo
Commemorati anche vittime dell’Olocausto e militari caduti in Afghanistan
Cuneo Il Consiglio provinciale di lunedì 7 febbraio ha ospitato, prima dell’avvio della seduta, le commemorazioni in occasione del Giorno della Memoria e del Giorno del Ricordo. “In tema di ricorrenze importanti – ha detto il presidente Giorgio Bergesio – , il 27 gennaio l’Italia ha celebrato il Giorno della Memoria, in coincidenza con la liberazione dei superstiti del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tramite il Quirinale, ha fatto sapere che la conoscenza dei fatti del passato è essenziale per richiamare alla nostra memoria, all’attenzione delle giovani generazioni e della coscienza collettiva della Nazione, quel da dove veniamo, che è premessa di ogni slancio verso il futuro di una società ricca di storia. Il Consiglio provinciale, in risposta alle numerose iniziative attuate sull’intero territorio nazionale, partecipa alla celebrazione delle vittime dell’eccidio. La dignità, della memoria e del ricordo appunto, va garantita a tutte le vittime, di fronte all’orrore della follia etnica, all’odio, alla barbarie. Così la Giornata del Ricordo, che sarà celebrato il 10 febbraio, rappresenta manifestazione di quella pietas umana e religiosa, che tende a ravvivare fatti e nomi, a ridare la parola ai tanti morti, accomunando nel cordoglio vinti e vincitori. E’ occasione per approfondire quanto accadde, circa sessanta anni fa, sul confine orientale d’Italia, informando e sensibilizzando i giovani su una delle pagine più oscure della storia nazionale. Ricordo delle migliaia e migliaia di uomini, donne, anziani e bambini, lasciati morire nel buio di una foiba, seppelliti vivi tra i morti. Ricordo del dramma dei 350.000 esuli istriani, giuliani e dalmati costretti ad abbandonare le loro case, le loro terre, i ricordi radicati nei secoli. La Provincia di Cuneo celebrerà questa ricorrenza con una mostra fotografica intitolata Per non dimenticare che resterà a disposizione del pubblico fino al 13 febbraio”.
L’assemblea ha, quindi, assistito all’intervento di Marco Pirina, direttore dell’Istituto di Ricerca Storica “Silentes Loquimur” di Pordenone, che dal 1988 è impegnato per far luce sulla tragedia delle vittime delle foibe. Prima della relazione gli esponenti del gruppo Pd-Impegno civico hanno abbandonato l’aula in segno di protesta. “Sono qui – ha spiegato Pirina – per ricordare una storia lontana, perché la legge dice che il 10 febbraio bisogna ricordare le vittime delle foibe, ma anche le complesse vicende del confine orientale. Permetteteci di commemorare lo scomparso popolo istro-veneto, uomini e donne che hanno perso tutto, sono stati dispersi. Di fronte a questa tragedia penso sia ora di riflettere.; personalmente cerco di superare questi fatti attraverso la strada della riconciliazione”. Il presidente Gancia aveva sollecitato un dialogo sereno, già in occasione delle celebrazioni dei 150 anni di fondazione della Provincia. Il suo intervento è stato ricordato da Bergesio: “Credo che, a distanza di oltre 60 anni dalla Resistenza, ci siano le condizioni per guardare avanti, sgombrando il campo dall’odio e dall’ideologia che hanno a lungo ostacolato il dialogo ed il riconoscimento reciproco”. Nel corso del dibattito successivo sono intervenuti i consiglieri Francesco Rocca, Pierpaolo Varrone e Patrizia Manassero (Pd-Impegno civico) che si sono dissociati dall’iniziativa della Giunta. “Qui i partigiani non si sono comportati così – ha precisato Rocca – e quindi, pur esprimendo massimo rispetto per le vittime delle foibe, contestiamo la scelta del relatore, non adatto alla circostanza”. Varrone: “Siamo contrari all’ufficialità dell’intervento per la sede in cui si svolge” e Manassero: “Abbiamo diritto a non essere presenti”. Ha replicato l’assessore Giuseppe Lauria: “Rivolgo un appello a quanti hanno l’onore di rappresentare le istituzioni: una legge dello Stato dal 2004 ci impone di ricordare e mi auguro che i molti sindaci, anche tra i presenti, si preoccupino di far osservare la norma. Non è mai successo che si abbandonasse l’aula: l’intervento di Pirina, scevro da personalismi, ha adempiuto al suo compito di approfondire tematiche a molti sconosciute”.
L’assemblea ha, infine, osservato un minuto di silenzio in memoria dei militari italiani caduti nel corso della missione di pace in Afghanistan. “Il bilancio delle vittime – ha dichiarato il presidente del Consiglio – è ulteriormente cresciuto con l’uccisione del caporalmaggiore Matteo Miotto e del caporalmaggiore Luca Sanna. Salgono così a 36 i nostri connazionali uccisi dall’inizio della missione, nel 2004”.