Comitato di monitoraggio: nel 2011 una campagna di comunicazione integrata sulla prudenza alla guida
Costa: “Dobbiamo diventare cabina di regia delle iniziative in atto”. La Provincia partecipa al Piano nazionale di sicurezza stradale
Cuneo “Il Comitato di monitoraggio deve diventare cabina di regia di tutte le iniziative territoriali in atto, assumendo il ruolo di coordinamento e valorizzazione del lavoro svolto da enti pubblici e soggetti privati in materia di sicurezza stradale. In quest’ottica si inserisce il progetto di una campagna di comunicazione integrata per l’anno 2011, mirata a trasmettere il concetto della necessità della prudenza alla guida”. Così l’onorevole Raffaele Costa, presidente del Comitato di monitoraggio della sicurezza stradale, ha aperto la riunione di venerdì 21 gennaio in Provincia. “Stiamo acquisendo – ha proseguito Costa – le iniziative attuate sul tema da Province, Regioni ed associazioni italiane così da valutare le più efficaci. C’è, inoltre, l’ipotesi di diffusione di uno spot in forma di campagna sociale su emittenti radiofoniche, televisive e testate giornalistiche cui chiederemo di mettere a disposizione spazi gratuiti. Per i prossimi mesi è poi in programma un’intensa collaborazione con il Provveditorato agli studi per l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole, con esperti, responsabili della sicurezza delle società concessionarie di Torino-Savona, Asti-Cuneo ed Anas, forze dell’ordine ed istituzioni locali”. Convocato in accordo con il presidente della Provincia, Gianna Gancia, l’incontro ha approfondito la partecipazione della Provincia di Cuneo al Piano nazionale di sicurezza stradale, le iniziative a tutela della sicurezza dei pedoni e le novità in tema di guida in stato di ebbrezza. Presenti il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino e, per la Provincia, il vice presidente ed assessore alla viabilità Giuseppe Rossetto, oltre agli assessori ai Trasporti Roberto Russo e all’Istruzione, Licia Viscusi. All’incontro hanno, inoltre, partecipato esponenti di amministrazioni locali, associazioni e forze dell’ordine.
La seduta si è aperta con l’illustrazione dei dati sull’infortunistica e la mortalità sulle strade nel 2010, conclusosi con 68 vittime (di cui 36 in auto e 11 pedoni). Erano 59 nel 2009 (32 in auto, 8 pedoni).
La partecipazione della Provincia di Cuneo al Piano nazionale di sicurezza stradale è stata al centro dell’intervento del vice presidente Rossetto che ha spiegato le due direzioni intraprese: “La Provincia – ha detto – ha assegnato il nullaosta a tutti i Comuni che hanno partecipato al bando regionale-nazionale con iniziative specifiche. In seguito a valutazione di priorità, ha, inoltre, attivato in qualità di capofila un progetto riguardante la strada provinciale 564, nel tratto di Villaggio Colombero. Si tratta di un chilometro di carreggiata a traffico elevato (16 mila mezzi al giorno), cui si aggiungono le interferenze di accessi privati ed aree produttive, la difficile svolta a sinistra dei veicoli e le condizioni del manto stradale”. Il progetto, che prevede il coinvolgimento dei Comuni di Cuneo, Peveragno e Beinette, comprende la creazione di due rotatorie in corrispondenza di intersezioni pericolose, l’istituzione dell’obbligo di svolta a destra, oltre ad interventi su attraversamenti pedonali, illuminazione e segnaletica. Dall’Aci Cuneo arriva, invece, un programma di iniziative a tutela del pedone. “Il nostro obiettivo è da sempre – ha dichiarato il presidente Brunello Olivero – la sicurezza della mobilità. Colpisce, in particolare, il trend delle vittime: a fronte di una costante riduzione degli incidenti mortali, per la Granda il fenomeno della mortalità dei pedoni risulta in crescita”. Duplice la linea di azione studiata dall’Automobile Club: sensibilizzazione degli studenti e coinvolgimento dei Comuni mirato ad interventi strutturali sugli attraversamenti. In chiusura il sottosegretario Giachino: “Cuneo – ha ricordato – ha l’1% degli abitanti d’Italia, a fronte dell’1,6% delle vittime su strada registrate nel 2010 appena concluso. L’andamento è dovuto all’elevata percentuale di strade provinciali e locali, sommato ad un’ingente quota di traffico merci. Voglio però ricordare che, grazie all’approvazione del nuovo Codice della strada, abbiamo a disposizione uno strumento in più per contrastare questo fenomeno, cui si aggiungeranno l’istituzionalizzazione di un accordo con le scuole per l’insegnamento della sicurezza. Occorre lavorare sul fronte dell’informazione e comunicare alla gente che l’ebbrezza deve derivare non dalla velocità, ma dalla sicurezza”.