Sovracanoni su derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico
Ampio dibattito in Consiglio provinciale sui criteri di ripartizione
Cuneo I criteri di ripartizione tra enti rivieraschi del sovracanone sulle derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico, dovuto dai titolari di concessioni con potenza superiore a 220 kw quale indennità per gli enti locali. E’ stato questo l’argomento dell’ampio dibattito svoltosi in Consiglio provinciale, lunedì 18 ottobre, in seguito ad un’interpellanza presentata dal gruppo Pd-Impegno civico. Il documento fa riferimento ad una delibera della Giunta provinciale delle settimane scorse che innalza la percentuale dell’importo dovuto alla Provincia del 25% per gli impianti localizzati esternamente alla perimetrazione del bacini imbrifero montano e del 50% negli ambiti Bim. L’assessore provinciale Luca Colombatto ha illustrato il provvedimento con la proiezione di diapositive che riportavano i dati riferiti alla provincia di Cuneo. “Siamo riusciti a far sentire la nostra voce a Roma: grazie all’impegno del presidente Gianna Gancia, la Granda ha assicurato un beneficio all’intera nazione, con una modifica alla manovra finanziaria che ha portato un vantaggio a tutti i Comuni italiani e, in particolare, ai Comuni della Granda la cifra di 1.900.000 euro, oltre a 128 mila euro nelle casse provinciali”. “Si tratta – ha aggiunto il presidente Gancia – della genesi di una nuova norma a livello nazionale. Ancora una volta portiamo risorse aggiuntive ai Comuni e dobbiamo ringraziare l’assessore Maurizio Delfino, fautore di una norma di cui la Granda ha beneficiato, proprio nell’ottica di lasciare risorse al territorio. Quello di oggi è l’avvio di un processo in cui crediamo, un tassello ulteriore che si aggiunge ad una generale tendenza al cambiamento”. Com’è noto i titolari di concessione di derivazione di acqua ad uso idroelettrico con potenza superiore a 220 kW, oltre al pagamento del canone demaniale a favore della Regione, sono tenuti alla corresponsione di un sovracanone annuo a favore dei Comuni rivieraschi e della Provincia; per i soli Comuni facenti parte dei Bacini Imbriferi Montani (Bim) è previsto un ulteriore sovracannone, di importo decisamente più elevato. Infatti, il sovracanone rivierasco prevedeva il pagamento di 5,27 euro per ogni kW prodotto, mentre la tariffa per il sovracanone Bim comportava l’esborso di 21,08 euro/kW. La recente manovra finanziaria ha determinato una maggiorazione dei sovracanoni del 33%, innalzando le quote rispettivamente a 7 e 28 euro/kW. Ad oggi, in assenza di regolamento regionale, la Provincia ha provveduto alla riscossione del sovracanone per 65 impianti, da cui deriva un gettito annuo di circa 265.520 euro, mentre l’incasso relativo ai Comuni ammonta a 1.185.727 euro. Visto inoltre il notevole aumento dei sovracanoni previsto dalla manovra finanziaria, oltre alla citata mole di lavoro svolta dagli uffici provinciali, è stato definito un aumento a favore della Provincia nella misura del 5% per gli impianti ubicati al di fuori della perimetrazione dei Bim; per gli impianti ricadenti nei B.I.M., dove i Comuni percepiscono un doppio indennizzo, la quota a favore della Provincia viene aumentata del 30%, aumento che per i Comuni viene abbondantemente compensato dalla maggiorazione tariffaria. “La normativa statale – ha concluso Colombatto – dispone che il riparto del gettito annuo possa avvenire con accordo diretto fra i Comuni e le Province beneficiarie del sovracanone rivierasco. Operativamente questa possibilità di accordo tra le parti, in assenza di regolamentazione regionale, ha spesso prodotto perdite economiche per la scadenza dei termini prescrittivi; la deliberazione provinciale ha anche l’obiettivo di risolvere queste criticità. Non solo, ma la Provincia si sta attivando per recuperare delle risorse impegnate su territorio: questi fondi incassati saranno impiegati per lo sgombero neve su strade di montagna e per istruttorie vari problemi territoriali”. Critico il proponente dell’interpellanza Pierpaolo Varrone (Pd-Impegno civico): “La manovra finanziaria estiva rappresenta un provvedimento nazionale, di fronte al quale esprimiamo soddisfazione, ma è presuntuoso rivendicare qualcosa che vale per tutta Italia. All’inizio dell’estate Uncem e Comunità montane sollevavano il problema della sperequazione tra l’assegnazione delle risorse rispetto all’utilizzo di una materia prima che è ricchezza per le montagne”. Soddisfatto il consigliere Fiorenzo Prever (Pdl): “Dobbiamo giocarci la partita nel modo migliore sul problema acqua. Complimenti ad assessore e presidente: ora serve un ulteriore tassello nella valutazione della differenza tra potenza nominale ed effettiva delle centraline”. Paolo Demarchi (Lega Nord): “Ben venga questo dibattito se serve a chiarire gli equivoci. Ringraziamo chi si è speso in prima persona perchè il legislatore accettasse di rimodulare le tariffe: è un primo segnale di applicazione del federalismo”. Un invito alla moderazione è arrivato da Alberto Cirio (Pdl): “Non è superbia rivendicare il ruolo determinante della Provincia di Cuneo nel far sì che il legislatore affrontasse la problematica, riconoscendo un importante meccanismo di finanziamento per i Comuni e le Province. Chiedo che non si litighi quando c’è occasione di avere risorse”. Mino Taricco (Pd-Impegno civico): “Si è parlato di guerra dei poveri, per una risorsa così preziosa per la montagna com’è l’acqua. Serve una consensualità da parte di tutti i Comuni che dovremo informare. La finanziaria ha tagliato pesantemente le risorse agli enti di livello inferiore, non ha toccato i livelli ministeriali. Alla fine non cambierà nulla perchè questi soldi saranno destinati alla pulizia delle strade, mentre ci sarebbero per questo dovrebbero essere impiegate altre risorse”. Al dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Piermario Giordano (Lega Nord), Giovanni Negro ed Angelo Rosso (Udc) e Patrizia Manassero (Pd-Impegno civico): “Spero che questa richiesta – ha detto quest’ultima – sia stata fatta come misura compensativa rispetto ai consistenti tagli eseguiti a Comuni, Comunità montane ed altri piccoli enti che quest’anno non sapranno come chiudere il bilancio”.