Buoni di conciliazione per l’inserimento lavorativo delle donne impegnate nella cura di familiari
Approvato dalla Giunta provinciale l’atto di indirizzo per la gestione
Cuneo Un contributo per permettere alle donne la cura della famiglia senza precludere loro l’ingresso nel mondo del lavoro. E’, in concreto, la finalità del voucher o buono di conciliazione per l’acquisizione di servizi alla persona. La Regione ha stanziato una cifra complessiva di 331.021 euro per la Granda destinata, fra gli altri, a servizi socio-educativi per la prima infanzia, baby-parking, scuole dell’infanzia, servizi mensa, centri educativi per minori e centri socio terapeutici per disabili. La Giunta provinciale ha approvato le disposizioni per la gestione dei buoni, dando mandato al Settore Politiche del lavoro di istituire le relative procedure di rimborso che l’anno scorso hanno interessato 600 persone. “I voucher – dichiarano il presidente della Provincia e l’assessore al Lavoro – rappresentano una politica attiva del lavoro a sostegno delle fasce deboli della popolazione. In concreto agevolano l’accesso alle donne ad attività di orientamento o formative e di inserimento nel mondo occupazionale, garantendo loro la realizzazione professionale e favorendo la coesistenza tra vita familiare e lavorativa”. La raccolta e la valutazione delle domande, in base a precisi requisiti di reddito, è affidata ai Centri per l’Impiego provinciali. Le disposizioni varate dalla Giunta dettano entità e durata del rimborso, specificandone i beneficiari che risultano essere prioritariamente donne in possesso dei seguenti requisiti: avere responsabilità di cura nei confronti di un soggetto parte del nucleo familiare, parente o affine fino al terzo grado (figli di età tra 3 mesi e 6 anni non compiuti, anziani non autosufficienti, disabili e malati cronici o terminali); essere in cerca di lavoro o inattive; occupate a rischio del posto di lavoro; persone particolarmente svantaggiate, cioè disabili, detenuti ed ex detenuti, giovani a rischio, dipendenti da sostanze, migranti segnalati dai servizi sociali. Requisito per l’assegnazione sarà, in tutti i casi, oltre al reddito anche la partecipazione a progetti per l’occupazione tramite i Centri per l’impiego. Le spese rimborsabili prevedono un importo massimo mensile di 1.000 euro a destinatario, per un periodo non superiore ai 12 mesi precedenti all’inserimento o reinserimento lavorativo, prorogabili per un massimo di 12 mesi successivi. In caso di ingresso immediato nel mondo del lavoro l’erogazione spetta per soli 12 mesi dalla data di assunzione e non è prorogabile.