Come limitare i danni ai noccioleti causati dai ghiri

Se n’è parlato in un convegno dei giorni scorsi a Niella Belbo

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

Cuneo – Si è svolto nei giorni scorsi a Niella Belbo, nella sala polifunzionale, un convegno promosso dalla Provincia sul problema del controllo dei ghiri per i danni che arrecano ai noccioleti. Molti i contivatori presenti direttamente toccati dal problema. Gli interventi hanno ripercorso la storia di quanto è stato realizzato dall’ente Provincia a partire dal 2006 (indagini sui danni, studi sul comportamento dell’animale, etc…) culminato, infine, nell’approvazione da parte dell’Ispra (Istituto Superiore di Protezione Ambientale) di un piano di controllo, attivo dal 2011. Con l’adozione del piano i danni causati dal ghiro alle nocciole si sono ridotti, ma l’impegno a limitarli è andato avanti. Nel 2016, sempre con la  collaborazione dell’Ispra e grazie alla disponibilità di Enel e Telecom, si è attività un’interessante sperimentazione consistente nel collocare sulle linee aeree elettriche e telefoniche alcuni dissuasori (dischi), per impedire il passaggio del roditore sui cavi per raggiungere i noccioleti.

Al momento, si è constatato che tali “ostacoli” impediscono all’incirca un terzo dei passaggi, con una conseguente riduzione dei danni nel frutteto. Per il futuro occorrerà continuare in tale direzione e, possibilmente, ampliare la sperimentazione. Il metodo “ecologico” più efficace nel contrastare i danni prodotti dai ghiri sembra quello di realizzare, attorno al noccioleto, una fascia di rispetto (senza che le chiome degli alberi del frutteto e del bosco vengano a contatto) di almeno una decina di metri. Grazie a tale tecnica e viste le difficoltà dei ghiri a procedere sul terreno, i danni vengono praticamente azzerati, ma il problema diventa la frammentazione fondiaria che spesso impedisce interventi nei terreni confinanti. In ogni caso, con l’abbandono in alta Langa – negli ultimi decenni – di molte colture e la susseguente espansione delle aree incolte e boscate, si è creato un habitat ideale per molte specie di selvatici con i quali i coltivatori e, i corilicotori in particolare, devono convivere ogni giorno.

Al convegno, promosso anche dall’Associazione Alte Terre, Comitato Langa e Alta Langa per la tutela dei prodotti agricoli, sono intervenuti Giuseppe Molinari corilicoltore e presidente del Comitato Langa e Alta Langa, Luciano Fantino e Mariano Sereno, dirigente e  funzionario Settore Presidio del Territorio della Provincia, Marco Ghirardi ricercatore, Valentina La Morgia ricercatore Ispra, Cinzia Bergamino Università di Torino e Marta Cimini Università di Torino.

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