Paesaggi vitivinicoli di Langhe e Roero entrano nel Patrimonio mondiale dell’Unesco

L’importante riconoscimento è stato ufficializzato domenica 22 giugno a Doha, nel Qatar

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Paesaggio vitivinicolo (archivio Uff. Spampa Provincia)

Cuneo – Cinquanta. E’ il numero dei siti italiani patrimonio artistico e ambientale dell’umanità dell’Unesco che con il riconoscimento di Langhe-Roero e Monferrato fa toccare all’Italia il record mondiale. Il nostro Paese è, infatti, quello che conta il maggior numero di siti nell’elenco, più altri cinque della lista del Patrimonio culturale immateriale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato rappresentano poi un record in se stessi. È la prima volta, infatti, che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo italiano quale bene unico al mondo, patrimonio dell’umanità per la sua eccezionalità rurale e culturale. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole italiane più pregiate e apprezzate, oltre a riconoscere l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio.

“Un punto di arrivo  tanto atteso, ma anche punto di partenza che andrà attivato con il sapiente lavoro di chi ci ha creduto fino in fondo – spiega il vice presidente della Provincia, Giuseppe Rossetto – La consacrazione mondiale del riconoscimento Unesco rappresenta lo strumento per la salvaguardia di un patrimonio naturale frutto del duro lavoro dei  nostri contadini, patrimonio fatto non solo di filari, ma anche di cultura e tradizione, patrimonio unico da tramandare alle generazioni future. E’ veramente un cambio di marcia e rappresenta il progetto strategico per lo sviluppo del territorio più importante degli ultimi decenni. Ciò vale anche per la città di Alba, in un momento difficile come questo in cui si stanno perdendo servizi essenziali di area vasta, come il Tribunale. Ora servirà un piano di gestione che preveda investimenti pubblici e privati, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali interessate”.

Il sito riconosciuto dall’Unesco è di tipo seriale, ovvero costituito da sei aree articolate all’interno dei confini delle Province di Alessandria, Asti e Cuneo e di 29 Comuni per un’estensione complessiva pari a 10.789 ettari. Nel loro insieme le zone selezionate rappresentano la qualità eccezionale del paesaggio vitivinicolo piemontese e della sua profonda e viva cultura del vino.

Il riconoscimento Unesco porterà con sè, notevoli ricadute positive sul territorio, anche di natura economica.  Laddove questo è già avvenuto sono stati rilevati aumenti del 30% dei flussi turistici, ma in questo caso le attese sono molto più ottimistiche, passando dalle attuale 700 mila presenze ad oltre 2 milioni. Sono attesi benefici non solo sul turismo (ristorazione, ospitalità e ricettività) e sulla qualificazione professionale degli operatori, ma anche sul commercio, artigianato e servizi, persino sulle attività industriali di produzione di beni destinati all’export. Tutta l’economia locale potrà godere di uno scossone positivo, anche per gli effetti indiretti nel settore edilizio e  delle costruzioni, che beneficeranno di un incremento dei valori immobiliari e degli investimenti pubblici e privati prossimi ad essere avviati per riqualificare e potenziare le infrastrutture e migliorare i segni edilizi presenti sul territorio in ambito residenziale e produttivo”.

Rossetto ha poi voluto ripercorrere le tappe che hanno portato a questo importante riconoscimento: “Tutto è iniziato dieci anni fa nell’estate del 2004 dopo la telefonata che mi fece, in qualità di sindaco di Alba, l’allora neo presidente della Provincia, Raffaele Costa. Aderii subito alla sua intuizione e il nostro progetto dette una spinta fondamentale all’idea di un riconoscimento anche per le cantine sotterranee di Canelli, che allora languiva. Fu l’input organizzativo per Langhe e Roero, venne anche individuata l’agenzia tecnica Siti che iniziò a lavorare al dossier di presentazione. Da allora non abbiamo mai perso tempo. Un ringraziamento va quindi prima di tutto all’ex presidente Costa, quindi al suo assessore al Turismo di allora Vito Valsania, alle Province di Asti e Alessandria, alla presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia ed al collega Roberto Russo che hanno sostenuto il progetto, alla Regione Piemonte con  gli assessori Sergio Conti della Giunta Bresso e poi Ugo Cavallera e Giovanna Quaglia della Giunta successiva che, nonostante colori politici e ambiti diversi, continuarono a credere in questo sogno. Grazie anche al sostegno arrivato da Gianni Letta per il fondamentale lavoro di coinvolgimento dei Ministri e delle diplomazie internazionali e agli uffici della Provincia di Cuneo, con le varie Giunte e con i loro funzionari, in particolare Valter Giordano, Enrico Collino e Tiziana Zurletti. Infine, non ultima, all’Associazione per i paesaggi vitivinicoli di Langhe -Roero e  Monferrato che sovrintenderà l’attuazione del piano di gestione sotto la guida di Roberto Cerrato, di cui sono consigliere di amministrazione insieme  col  presidente Gian Franco Comaschi di Alessandria e con la vice Annalisa  Conti di Asti”.

La delegazione piemontese ha atteso domencia 22 giugno a Doha, in Qatar, la proclamazione dell’iscrizione nella World Heritage List Unesco da parte della 38ma sessione annuale del Comitato mondiale Unesco, che ha emesso una valutazione definitiva, senza riserve e tanto attesa.

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