Via libera alle permute proprietarie dell’abbazia di San Costanzo al Monte

Approvazione all’unanimità nell’ultimo Consiglio provinciale, entusiasta la presidente della Provincia, Gianna Gancia: «Era fondamentale fare chiarezza sulla proprietà dell’immobile, altrimenti ogni sforzo di recupero si impaludava nelle carte catastali. Ora bisogna fare rete con Pagno e Borgo San Dalmazzo e collegarsi con Bobbio piacentino»

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Un’immagine dell’abbazia di San Costanzo al Monte

Cuneo – Il via libera alla permuta delle porzioni dell’abbazia di San Costanzo al Monte, a Villar San Costanzo, è arrivato in extremis, all’unanimità, durante l’ultimo Consiglio provinciale, lunedì 7 aprile. Un problema annoso, ben rappresentato dall’intricata mappa catastale che vede la proprietà dell’abbazia divisa tra più soggetti, con in primo luogo la Provincia e la Diocesi di Cuneo: «Senza un accordo tra le parti – osserva la presidente della Provincia, Gianna Gancia, che ne ha fatto una battaglia personale -, ogni intervento sull’abbazia risultava molto complesso, se non impossibile, per effetto delle frammentazioni proprietarie, che ad ogni occasione chiamavano tutti in causa».

La tenace determinazione della presidente e la collaborazione di tutti i proprietari dell’immobile, hanno finalmente condotto all’accordo per la distribuzione omogenea della proprietà in porzioni verticali, in modo da facilitare ogni futuro progetto di recupero. Alla delibera del Consiglio provinciale seguiranno gli atti formali dei vari passaggi di proprietà, ma la missione può dirsi compiuta.

«E’ un’operazione della quale vado molto orgogliosa – commenta la presidente Gancia -, l’abbazia romanica di San Costanzo al Monte è la più antica della provincia, insieme a quelle di Pedona (Borgo San Dalmazzo) e Pagno. Tutte e tre sono riconducibili a San Colombano, di cui peraltro nel 2015 ricorre il quattordicesimo centenario. Il mio sogno sarebbe, per quell’occasione, attivare un collegamento con l’abbazia madre di Bobbio piacentino. Ma, prima di tutto, era fondamentale fare ordine nella proprietà, altrimenti ogni sforzo, a cominciare da quello dei numerosi volontari che con grande entusiasmo e competenza stanno da anni prendendosi cura dell’abbazia, rischiava di impaludarsi nelle carte catastali».

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