Sistemazione strade: approvato in Giunta il progetto esecutivo per la provinciale 178, tra Pamparato e Val Casotto

Gancia e Rossetto: “Presto l’avvio dei lavori per evitare ulteriori cedimenti del manto stradale e il crescere dei disagi per gli utenti”

Cuneo La Giunta provinciale ha approvato, lunedì 23 dicembre, il progetto esecutivo per la sistemazione nel monregalese di una frana causata dagli eventi meteo del marzo 2011. L’intervento riguarda la strada provinciale 178 tra Pamparato e Val Casotto, molto frequentata da mezzi leggeri e pesanti, in particolare legati al commercio di legname. In alcuni tratti, a causa dei cedimenti della carreggiata aggravati per il maltempo, è stato necessario restringere la carreggiata ad un’unica corsia, prevedendo il transito a senso unico alternato.

La serie di interventi, per un importo complessivo pari a 363 mila euro, prevede il ripristino – a più progressive chilometriche – della sede stradale nella sua larghezza originale (6,5 m di carreggiata), con la ricostruzione di muri in cemento armato di sottobanchina, il consolidamento delle strutture in pietrame esistenti, le ricostruzioni degli attraversamenti e la costruzione di banchettoni in cemento, per riportare la strada in sicurezza.

Spiegano la presidente della Provincia, Gianna Gancia, ed il vice presidente, Giuseppe Rossetto: “Continua l’opera di sistemazione della viabilità provinciale danneggiata.  Si tratta di lavori necessari per evitare che il cedimento interessi l’intera carreggiata e causi la chiusura della strada”. “Possiamo così dire accolte – aggiunge il vice presidente Rossetto – le indicazioni delle amministrazioni comunali di Pamparato e Garessio che hanno chiesto, rispettivamente per le proprie località, maggior sicurezza per gli utenti stradali. L’approvazione dell’esecutivo consente di guardare al prossimo avvio dei lavori previa espletamenteo della gara d’appalto con la modalità della procedura negoziata che potrà vedere l’interessamento delle imprese del territorio. Nè ci saranno problemi di pagamenti alle ditte, trattandosi di risorse fuori dal Patto di stabilità” .

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