Mostra “Carlo Sismonda – un espressionista a Racconigi”, inaugurazione sabato 8 dicembre alle 17

Mostra retrospettiva dell’artista al Castello di Racconigi (8 dicembre 2012-6 gennaio 2013)

Carlo Sismonda in mostra

Cuneo Sabato 8 dicembre, alle ore 17, presso il Castello di Racconigi avrà luogo l’inaugurazione della terza tappa della mostra itinerante “Carlo Sismonda – un espressionista a Racconigi”, curata dal critico d’arte Martina Corgnati.

L’evento è organizzato dall’Associazione Culturale “Carlo Sismonda Onlus – Centro studi per la valorizzazione degli artisti della Provincia di Cuneo”, sotto l’egida della Provincia di Cuneo e con il patrocinio della Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Città di Racconigi, Comune di Torre San Giorgio, Città di Savigliano, Città di Saluzzo, Comune di Salmour, Comune di Caramagna Piemonte, in collaborazione con le Terre dei Savoia e della Fondazione Castello di Barolo.

La rassegna retrospettiva, inaugurata nello scorso mese di settembre, dopo essere stata allestita presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo (dal 22 settembre al 14 ottobre) ed al Castello di Barolo (dal 27 ottobre al 18 novembre), sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 19, sino al 6 gennaio 2013, con ingresso libero.

Nel corso della mostra, è previsto un prestigioso appuntamento musicale: per ricordare Carlo Sismonda musicista e grande compositore, domenica 16 dicembre alle ore 17, la nipote del Maestro, Marilena Audisio, concertista ed insegnante di musica, presenterà la figura di Carlo Sismonda musicista, proponendo alcune melodie da lui composte, accompagnata al piano da voci recitanti.

Maggiori informazioni saranno reperibili telefonando ai numeri 338.9375436 o333.6460400 o scrivendo al seguente indirizzo e mail: associazionesismonda@gmail.com.

A distanza di un anno dalla morte, Carlo Sismonda, pittore, musicista e concertista, ritorna con i suoi colori, nella sua amata città.

In esposizione si potranno ammirare una cinquantina di opere pittoriche dell’artista e musicista racconigese, al fine di ripercorrere una ricerca artistica improntata al cromatismo ed alle sue migliori declinazioni.

Carlo Sismonda, amatissimo in Italia ed in Germania, nato nel 1929 a Racconigi ed ivi scomparso il 31 agosto 2011, iniziò a disegnare giovanissimo; il suo primo quadro “il vicoletto” fu venduto nel 1946, e da allora si crearono le basi per una pittura che non ha mai interrotto la propria ascesa. Dopo un esordio all’insegna del postcubismo ed espressionismo locale, sposò la lirica francese di Van Gogh, dei Fauves e degli espressionisti tedeschi, ai quali avvicinò profondamente il suo spirito lirico. Un’esistenza dedicata al sentire, ed interamente all’arte, quotidianamente indagata nelle sue declinazioni più sottili: autodidatta, ha guardato molto alle esperienze figurative e pittoriche della provincia e torinesi, da Matteo Olivero a Risso, da Solavaggione a Spazzapan; l’amicizia con Carlo Levi, con Severini e l’assidua frequentazione degli ambienti parigini e della Costa Azzurra furono i paradigmi della sua formazione. Conobbe Matisse, scoprì i Fauves e s’innamorò della pennellata sfranta di Van Gogh: da allora l’elenco delle mostre non si è più interrotto ed il suo nome ha conosciuto un enorme successo soprattutto in Germania.

Accanto all’espressionismo nordico, Sismonda fu sensibile interprete degli ismi propri della pittura del Neue-Expressionismus degli anni Ottanta: mantenendosi fedele alla propria coscienza, fa propri alcuni temi esistenzialistici quali la rischiosità del rapporto tra l’uomo, il mondo e l’angoscia. Una sorta di spiritualismo esistenziale sfociato nell’interpretazione degli aspetti più religiosi della vita, cristallizzata in pittura come mistero e come amore.

In Germania il Maestro fu subito apprezzato da critici e storici dell’arte come Volker Probst, direttore dell’Albert König Museum di Unterlüβ e poi dell’Ernst Barlach Museum di Güstrow; da Rodiek Thorsten, della Staatsgalerie di Stoccarda e da Anne Marie Winther, della Bremen Staatsgalerie: tutti gli riconobbero grandi meriti, tanto che, come scrisse Probst “nell’opera di Sismonda con l’assalto del colore, subentra un certo eroismo del paesaggio che non siamo abituati a vedere nella pittura mediterranea…questa interpretazione del paesaggio rimanda piuttosto dove gli espressionisti all’inizio del Ventesimo secolo rimossero radicalmente la piacevolezza…”.

E’ del 1984 la scoperta di Fritz Flebbe, pittore di Amburgo (1893-1929), precocemente scomparso per le conseguenze delle ferite riportate in guerra: Sismonda, sviluppando una profonda comunione artistica con il suo stile, permeato da una forte atmosfera romantica, a cavallo tra espressionismo e Neue Sachlichkeit, gli dedicò nei primi anni Novanta alcuni significativi omaggi (soprattutto Präludium, del 1992), dominati dalla figura dell’albero e dall’ispirazione “musicale”che era già emersa prepotentemente nei primi anni Ottanta con il ciclo delle composizioni ispirate dalla Sinfonie di Beethoven. I più bei cieli sono i suoi. Li ha rapiti alla natura trasponendoli sulla tela, ed in punta di pennello li ha saputi permeare di quell’incanto e di quella vastità proprie della musica, tali da allungare il respiro: nuvole dorate color amaranto o prepotentemente nere di tormenta ed inquietudine. Maestro degli accordi cromatici, ove predominano i toni caldi del rosso, declinato in una vasta e variegata gamma di sfumature rosa e violacee, Sismonda sfida i contrasti e le giustapposizioni complementari raggiungendo stilemi nel ductus e nelle campiture essenziali ed audaci.

Non conosce ritmi lenti: la sua pittura è un continuo accostamento di schemi prospettici dove il colore esalta la luminosità ed il dipingere si trasforma di fatto in un intervento terapeutico e catartico. Si avverte l’urgenza prepotente del gesto violento, aggressivo e contemporaneamente sentimentale, dove il termine sta ad indicare la presenza di una commozione lirica e gentile, non già il senso languido del termine. Testimonianze ed azioni emotive fanno fremere i tronchi degli alberi ed i muri dei verdi capanni solitari abbandonati innanzi al mare. Il colore, più della linea, è il suo alfabeto.

Carlo Sismonda, Cavaliere della Repubblica Italiana per Meriti Artistici, ha ottenuto il Vitalizio Bacchelli. Di lui si sono occupati, fra gli altri, Marziano Bernardi, Miche Berra, Luigi Carluccio, Angelo Dragone, Piero Flecchia, Albino Galvano.

Catalogo in mostra – edizioni Skira, a cura di Martina Corgnati e Mario Abrate.

Biografia:

Nato a Racconigi nel 1929, Carlo Sismonda rivela fin da bambino particolare talento tanto nel disegno quanto nella musica. A nove anni infatti, vince un concorso musicale nazionale dell’Opera Balilla. Negli anni 1940 – 1945, la guerra prima, e la guerra civile poi, sono l’aspra scuola della sua prima adolescenza, nella quale matura un carattere fermo. Milita nella Resistenza accanto al sacerdote don Carlo Chiavazza, membro del C.L.N., che avrà un ruolo chiave per la formazione della dimensione spirituale dell’artista e dell’uomo. Nel dopoguerra lavora come scultore di mobili in una bottega artigiana. Mentre approfondisce lo studio della musica e delle tecniche e la storia della pittura, spesso, nelle sere di festa, suona nelle orchestrine gli strumenti a fiato e il pianoforte. A diciotto anni, nel 1947, la prima mostra. Il suo maestro delle elementari gli porta alcuni disegni da lui realizzati fra i sette e i dieci anni, che aveva conservato e inquadrato. Il fatto ribadisce la precocità artistica di Carlo Sismonda, che però prima di affermarsi dovrà sostenere l’arduo confronto critico con la grande crisi postbellica della pittura figurativa, per il prevalere dell’astrattismo, che culminerà negli anni 1950-1980 nel dominio dell’informale. Intanto approfondisce e perfeziona anche la sua cultura musicale, ottenendo nel 1955, presso il conservatorio di Milano, il diploma in composizione e l’iscrizione alla SIAE. Parallelamente a quella pittorica, Carlo Sismonda svolgerà, lungo tutto l’arco della sua vita, una intensa attività musicale, anche come compositore – ha scritto le partiture di sei sinfonie, di musiche per film e di centinaia di arie popolari e di musica da camera – e concertista, spesso per promuovere iniziative benefiche, anche donando decine di sue opere. Nel decennio 1947-1957, Sismonda partecipa alla vita artistica torinese. Attraverso la lezione di Luigi Spazzapan entra in contrasto con la tradizione della Secessione viennese e del Cavaliere Azzurro, mentre studia i maestri, tra Giotto e i manieristi, e l’opera di Carlo Carrà diventa il centro della sua riflessione sull’arte contemporanea. Negli anni 1957-1960, tra Parigi e la Costa Azzurra, rimedita sulle loro opere, i grandi postimpressionisti, da Cezanne a Matisse, ma soprattutto riflette sul senso dell’opera di Van Gogh. Intanto, dalla fine degli anni ’50 una profonda crisi spirituale lo ha allontanato dalle dottrine marxiste e dalla politica. Si apparta in solitudine a riflettere sugli Evangeli e sulla figura del Cristo. In questi anni rinnova l’amicizia, già stabilità nella guerra partigiana, con Adolfo Sarti, e stringe un solido legame con Gianni Delzanno. Nel 1969 incontra Marisa Antonacci, la donna che avrà un ruolo decisivo nella sfera sentimentale e nella vita dell’artista, come testimoniano alcune suggestive composizioni musicali a lei ispirate. La ricerca artistica di Carlo Sismonda approda, dalla fine degli anni ’60, a una personale cifra stilistica, che poggia su tre pilastri: la grande tradizione figurativa italiana; la rivoluzione formale postimpressionista da Cézanne ai Fauves, con al centro Van Gogh; la dialettica tra natura e simbolo. Questi tre elementi definiscono la struttura di ogni quadro di Carlo Sismonda, artista la cui opera abbraccia i due universi della pittura e della musica, che si fecondano reciprocamente con esiti di grande poesia. Sismonda riceve un primo significativo riconoscimento pubblico già nel 1970, quando il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat lo insignisce del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici, cui seguiranno nel 1973 quello di Cavaliere Ufficiale conferitogli dal Presidente Giovanni Leone e nel 2006 quello di Commendatore Grande ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici, conferitogli dal Presidente Giorgio Napolitano. Dal febbraio 2011 beneficia, per poco tempo, della legge Bacchelli. Si spegne il 31 agosto 2011, all’età di 82 anni. Dagli anni ’80 il nome e l’opera di Carlo Sismonda conoscono un vasto successo internazionale, con mostre tra Germania e Canada, Stati Uniti, Olanda e Giappone. Oltre sessanta sue opere sono state acquistate e collocate in musei di tutto il mondo, da Amburgo a Los Angeles. Tra le altre, una sua “Sacra Conversazione” è esposta nei Musei Vaticani, sezione d’Arte Contemporanea, dal dicembre 2002.

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