Bioetica e cellule staminali, convegno in Provincia. Gancia: “Libertà di ricerca caposaldo irrinunciabile cui far ricorso in scienza e coscienza”

Con la dottoressa Marina Garavelli. L’assessora Mantini: “Prima tappa di un percorso di incontri finalizzato ad accrescere la conoscenza di temi complessi di cui è giusto che le istituzioni si occupino”

Il tavolo dei relatori. Da sinistra Mantini, Gancia e Garavelli

Cuneo “La libertà di ricerca dev’essere caposaldo irrinunciabile, cui far ricorso, come si suol dire, in scienza e coscienza”: parte da questa constatazione della presidente della Provincia, Gianna Gancia, il convegno sugli aspetti scientifici e giuridici di bioetica e cellule staminali, che giovedì 18 ottobre si è svolto al Centro Incontri di Cuneo. Un appuntamento caratterizzato da un taglio divulgativo, semplice e chiaro, finalizzato alla diffusione di un argomento scientifico di pressante attualità, “perchè – come ha spiegato Gancia – il più grande servizio che può offrire la politica è informare”.

Alla serata sono intervenute Marina Garavelli, medico chirurgo bioeticista, e l’assessora alle Pari Opportunità della Provincia, Anna Mantini, che ha dichiarato: “L’inarrestabile progresso delle scoperte scientifiche incontra sul suo tracciato molti ostacoli, alcuni di natura legislativa – derivanti dalle diverse normative in vigore nei differenti Stati -, altre di carattere morale. Esistono cioè precise convinzioni, in base alle quali alcune cose sono ritenute lecite, altre no. Questo è il campo d’azione della bioetica. Un argomento complesso che genera un ampio dibattito: per questo motivo ritengo giusto che le istituzioni se ne occupino e per questo abbiamo, come Provincia di Cuneo, avviato un ciclo di incontri di approfondimento”.

Presenti tra il pubblico in sala anche l’assessore provinciale alla Montagna, Luigi Costa, i consiglieri provinciali Piermario Giordano e Riccardo Cravero, oltre all’on. Giovanna Tealdi.

“So – ha detto la presidente Gancia – che c’è tutto un fronte proibizionista, di cui non condivido le opinioni, ma che rispetto. So che chi – a destra e a sinistra – ha posizione libertarie, che sento più mie, sulle staminali piuttosto che sull’interruzione di gravidanza, sul divorzio piuttosto che sulla fecondazione medicalmente assistita, tende spesso a liquidare i proibizionisti con espressioni di sufficienza: Vogliono farci tornare all’età della pietra. Mi sembra un’espressione forte, che è però contemporaneamente troppo audace e troppo poco. E’ troppo audace, perché erigere muri tra chi ha ragione e chi ha torto, non aiuta a dialogare. Per dialogare bisogna lanciare ponti, non erigere muri. Lo è troppo poco, perché – diciamocelo – dall’età della pietra non saremmo mai progrediti se un’autorità terrena avesse ritenuto di proibire la manipolazione di materiali litici per paura dei lapidatori, come non avremmo fatto grandi progressi nell’età del fuoco, se ne fosse stato proibito l’uso per timore dei piromani. Lapidatori e piromani devono essere combattuti, ma non per questo dobbiamo privarci di pietre e fuoco, per fortuna. Un po’ tutte le società, ad eccezione di quelle totalitarie, tendono a mettere ai margini chi abusa di pietre e fuoco, ma nessuna società aperta proibisce la scultura o mette al bando la cucina di piatti caldi. Quindi, anche sulla bioetica in generale, non credo debbano esserci totem o tabù ma, invece, propensione al raziocinio e al rispetto delle posizioni di ciascuno”.

Il convegno ha poi toccato, ad opera della dottoressa Garavelli, le svariate tematiche riferite alle cellule staminali (staminali embrionali, del cervello, cellule del miracolo, cellule proibite, staminali cordonali, Celeste, Smeralda, Daniele e Stamina Foundation, pezzi di ricambio…). “Scopo di questa serata – ha dichiarato la relatrice – è accrescere la conoscenza e, insieme, favorire la creazione di una coscienza, grazie ad un metodo di discussione aperto all’esperienza ed alla sensibilità di ciascuno”.

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