Referendum sulla caccia in Piemonte: niente urne e risparmio di 20 milioni di euro

La legge che il comitato promotore voleva modificare con il voto, é stata abrogata

Cuneo Il Consiglio Regionale ha votato a maggioranza giovedì 3 maggio un emendamento che prevede l’abrogazione della Legge regionale 70/1996 e il conseguente decadimento del referendum sulla caccia del 3 giugno, facendo risparmiare alla Regione oltre 20 milioni di euro. L’emendamento è stato presentato dall’assessore regionale alla Caccia, Claudio Sacchetto e la legge che il comitato promotore voleva modificare con il voto é stata, quindi, abrogata. Entrerà automaticamente in vigore quella nazionale.

Positiva la reazione dell’assessore provinciale alla Caccia, Stefano Isaia: “Si tratta di una decisione di buon senso che approvo e apprezzo almeno per tre motivi. Il primo riguarda senza dubbio il notevole risparmio di soldi (oltre 20 milioni di euro) che ne deriverà, un atto di grande responsabilità in un momento come questo di crisi economica in cui mancano i fondi per ambiti ben più importanti, come la sanità e il sociale. In secondo luogo, i piemontesi non possono andare a votare ora, dopo 25 anni dalla petizione che ha rappresentato un lungo e tortuoso percorso fatto di burocrazia e di battaglie. Infine, ritengo che i cacciatori abbiano un ruolo importante per la tutela dell’ambiente e della natura, in qualità di sentinelle dell’equilibro ambientale. Ringrazio in modo particolare il presidente Roberto Cota e l’assessore Sacchetto per il buon senso adottato, cosa che avviene in modo sempre più raro”.

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