Malattia del castagno: buoni risultati della lotta biologica

Cinipide galligeno

Galle causate dal cinipide galligeno

Aggiornamento sull’attività di contenimento del parassitoide “cinipide galligeno”

Cuneo Autunno tempo di castagne, ma i castagneti del Cuneese sono da alcuni anni sotto attacco del parassitoide “cinipide galligeno”. La lotta biologica, attuata grazie ad un altro parassitoide nemico del primo il “torymus sinensis”, sta andando bene e in qualche anno dovrebbe risolvere il problema sul territorio provinciale. I dati sull’intervento di lotta biologica sono stati diramati in questi giorni dal Comitato tecnico locale che fa capo all’assessorato provinciale all’Agricoltura. Il metodo verrà applicato anche in tutte le regioni italiane.

Nei siti di più vecchia introduzione, Robilante, Peveragno e Boves, il parassitoide “torymus  sinensis” ha raggiunto percentuali di diffusione molto elevate tali da poter affermare che sia iniziata l’attività di limitazione del cinipide. In tali località, già oggi, si manifesta visivamente una minor presenza di galle. Si sono monitorate anche altre aree oggetto di lanci e si è constatato come la popolazione del parassitoide sta consistentemente aumentando nelle aree castanicole a conferma della sua ormai totale e completa diffusione su tutto il territorio provinciale, dove quest’anno sono state fatte 22 nuove introduzioni nei seguenti comuni: Scagnello, Viola, Pamparato, Garessio, Caprauna, Ormea, Priola, Frabosa Sottana, Bagnolo Piemonte, Barge, Rittana, Aisone, Frassino, Valgrana, Busca.

Per quanto riguarda le aree di moltiplicazione, continua ad essere molto produttiva quella della Mellana di Boves, che ha già fornito in questi anni tantissimi individui di tyromus sinensis, utilizzati per i rilasci di pieno campo, mentre ha iniziato a produrre quella di Martiniana Po, costituita nel 200. Sono diventate produttive anche l’area di Cuneo (via della Ripa) e di Chiusa di Pesio presso il Vivaio Regionale Gambarello. Oltre ai nuovi rilasci nel Cuneese, è stato coperto tutto il territorio regionale con 104 lanci così suddivisi nelle diverse province: Alessandria (2), Vercelli (4), Novara (4), Torino (50), Biella (12), Verbano-Cusio-Ossola (10). Con i rilasci effettuati nella primavera 2011 salgono a 234 i siti di introduzione di tyromus sinensis nelle aree castanicole del Piemonte.

Questa distribuzione capillare, unita alla capacità di spostamento del parassitoide, dovrebbe consentire nell’arco di qualche anno un forte e diffuso incremento della popolazione di questo insetto utile con conseguente riduzione progressiva del numero di galle presenti sui castagni e quindi un miglioramento dello stato vegetativo degli alberi. Anche a livello nazionale, con uno specifico progetto, è stato deciso di finanziare l’intervento di lotta biologica mediante l’introduzione in tutte le regioni dello specifico parassitoide “torymus sinensis”, basandosi sull’esperienza in atto già da alcuni anni a Cuneo ed in Piemonte. Questa tecnica è stata riconosciuta ufficialmente come l’unica in grado di contrastare efficacemente ed in modo sostenibile la diffusione del cinipide galligeno. Infatti anche la Francia sta seguendo questa strada con la collaborazione del Divapra Settore Entomologia dell’Università di Torino.

Se l’annata castanicola in corso ha dato pochi risultati è a causa di estesi fenomeni di marciumi su castagne, già segnalati a partire dal 2005-2006 nella zona tra Boves e Borgo San Dalmazzo e manifestatisi negli anni anche in altre aree del Cuneese in modo più o meno grave, a seconda delle annate (andamento climatico più o meno favorevole al fungo) e delle località (maggiori danni alla produzione a minore altitudine, per la presenza di una maggior umidità relativa). In particolare, intense manifestazioni di marciume si sono presentate sulle produzioni di castagne più precoci nel Roero (sulla varietà Madonna) ed in Valle Po ed Infernotto (su ibridi euro giapponesi). Dai campioni raccolti in campo è stato isolato, da parte del Divapra dell’Università di Torino, un fungo del genere “Gnomoniopsis”, segnalato per la prima volta qualche anno fa in Australia, come il principale agente di marciume delle castagne prodotte sul posto. Sono ancora in corso, sia da parte dell’Università che del Settore Fitosanitario, ulteriori approfondimenti sistematici per definire con certezza la biologia del fungo e per riuscire ad identificare degli eventuali metodi di intervento per cercare di limitare in futuro il diffondersi di tale fitopatia.

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