Graduatorie professori, a Cuneo boom di nominati dal Sud, Gianna Gancia: “Servono controlli e verifiche puntuali per evitare intollerabili disparità di valutazione. Davvero al Sud sono così più bravi di noi cuneesi?”

Il presidente della Provincia Gianna Gancia

Il presidente della Provincia interviene in merito alle modalità di nomina dei supplenti e alla proliferazione di candidature da fuori Regione

Cuneo “La recente pubblicazione delle graduatorie degli abilitati all’insegnamento per gli anni 2011-2014 evidenzia un dato preoccupante per il nostro territorio, con un picco degli inserimenti di docenti provenienti da fuori provincia. Rischiamo, anche in questo settore, di creare figli e figliastri. Cuneo, con un aumento del 482% dei nuovi ingressi rispetto al 2007, è stata in assoluto la meta di trasferimento più scelta, con evidente svantaggio per i precari locali che si vedono superare in graduatoria dai colleghi di altre Regioni e rischiano così di pagare lacune normative alle quali, obiettivamente, solo il Legislatore potrà porre rimedio. Tuttavia, mi domando se, nel pieno rispetto delle norme, non debbano essere messe in campo azioni di dovuto e severo controllo. Davvero al Sud sono tutti migliori rispetto a noi cuneesi? Voti e punteggi decisamente al di sopra della media nazionale sono sempre giustificabili con un’effettiva rispondenza al merito?”.

Così il presidente della Provincia Gianna Gancia commenta i dati ministeriali in materia di graduatorie che evidenziano un crescente spostamento del personale docente da sud verso nord del Paese. In Piemonte i nuovi ingressi sono stati 2.475 nel 2011, mentre nel 2007 erano 1.522. Per la Granda i dati sono 458 nell’anno in corso contro i 95 del 2007.

Sul tavolo una serie di anomalie, tre per l’esattezza, segnalate in più occasioni dai precari cuneesi, a partire dall’indebita attribuzione, decisa in maniera arbitraria da alcune Province del sud, di punteggi aggiuntivi per la frequenza di master annuali in contemporanea con l’iscrizione alla Sis, ovvero a corsi di specializzazione al sostegno piuttosto che a dottorati di ricerca. C’è poi l’alto numero di beneficiari della legge 104 del 1992 o “Legge quadro per l’assistenza, integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” la cui elevata incidenza, in alcune parti del Paese, fa ipotizzare fenomeni di abusivismo per un requisito che, in condizioni di legalità, costituisce, invece, giusto titolo di merito nell’assegnazione di incarichi.

“Allora mi chiedo – continua il presidente della Provincia – al sud, oltre ad un livello di merito decisamente elevato, c’è davvero un’incidenza maggiore del tasso di invalidità? Siamo proprio sicuri? E’ una domanda che dovremmo porci più spesso, nel rispetto che si deve a quanti vivono davvero la condizione di portatori di handicap”.

“A questo – conclude Gancia – si aggiungono la frequente disparità nei criteri di valutazione ed indebite attribuzioni di punteggi. Gli organi di informazione nazionale hanno, infatti, più volte sollevato il caso di scuole private responsabili di aver congegnato percorsi di autentica compravendita di punteggi, attraverso frammentazioni e moltiplicazioni artate di cattedre. Quelle segnalate dai docenti cuneesi sono situazioni da non sottovalutare, per le quali, in più occasioni, mi è stata rappresentata l’esigenza di verifiche puntuali. L’obiettivo è evitare il crearsi di condizioni che rischiano di minare continuità didattica e scelte professionali di un’intera generazione di lavoratori cuneesi cui la società affida uno dei compiti più delicati: la formazione dei nostri ragazzi”.

 

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