Crisi Monetti di Racconigi, confronto in Provincia

Verso il bando e la gara per l’affitto degli stabilimenti aziendali

Cuneo Tavolo di crisi in Provincia per analizzare i possibili scenari futuri che interesseranno l’azienda Monetti, fallita, con stabilimenti a Racconigi e a Monasterolo  specializzati nella produzione di vassoi e contenitori termici di dimensioni varie. Al confronto che si è svolto mercoledì 1 settembre erano presenti, oltre all’assessore provinciale al Lavoro Pietro Blengini, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Cgil e Cisl, le Rsu aziendali, gli amministratori di Racconigi e Monasterolo, il curatore fallimentare Savarino.

Sono state rese note le tempistiche relative alla pubblicazione prossima del bando a gara per disporre i locali aziendali in affitto: il bando uscirà il settembre e la gara potrà svolgersi il 13 settembre, previo accordo sindacale con la parte che stipula il contratto d’affitto. Le organizzazioni sindacali hanno ipotizzato anche la possibilità di un esercizio finanziario sia per non perdere i clienti, sia per permettere ai possibili interessati all’acquisto dell’azienda una valutazione su numeri certi . Dal curatore è emersa la possibilità di procedere in tal senso con riserva, mancando ad oggi i documenti utili per richiedere il nulla osta al giudice competente. Nel corso dell’incontro si è parlato anche del problema relativo ad un leasing in corso sull’immobile di Monasterolo. L’argomento sarà trattato dopo la gara del 13 settembre. All’acquisto dell’azienda sono interessati più soggetti e il curatore fallimentare si è detto fiducioso. L’amministrazione di Racconigi ha dichiarato che non vi sarà alcuna speculazione immobiliare sull’area ove sorge lo stabilimento, salvo che il curatore paventi la possibilità di recuperare fondi, a tutela prima dell’occupazione dei lavoratori.

“Alla luce degli eventi che si sono susseguiti negli ultimi giorni sono fiducioso – ha precisato l’assessore provinciale Blengini – per una ripresa dell’attività a breve, anche se rimarranno da affrontare i contenuti del piano industriale e di conseguenza, soprattutto, la questione occupazionale”.

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